Il centro agro alimentare piceno
«Dal 25 settembre al 31 dicembre 2017 il Cda ha provveduto ad avviare una politica di razionalizzazione e contenimento dei costi di gestione e di rilancio dell’attività propria del Centro agroalimentare piceno sistemando a fine anno il bilancio di esercizio, ossia depurando voci inerenti ad esempio: i crediti inesigibili, crediti per imposte anticipate, sopravvenienze. Nel 2018 è continuata in modo più stringente l’attività di contenimento dei costi ed implementata l’attività di gestione immobiliare». E’ quello che comunicano i vertici del Centro attraverso una nota diffusa dal presidente Roberto Giacomini, il vice Luigi Travaglini e l’amministratore delegato Francesca Perotti. Nonostante gli sforzi però i conti ancora non sono in ordine e così è scattato il piano di risanamento. «Nonostante la forte riduzione dei costi già dalla fine di febbraio 2019, -affermano sempre gli amministratori- il Cda si è reso conto che quanto già fatto non era bastante per chiudere l’anno 2019 in pareggio, pertanto immediatamente e senza indugio, si è attivato per predisporre il piano di risanamento».
IL QUESITO – Innanzitutto il Cda, nel novembre del 2017, ha inviato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, un quesito ben preciso: se il Caap spa fosse assoggettato o meno al Testo Unico in materia di partecipazione pubblica (Decreto legislativo 175/2016). Il Ministero guidato da Tria ha, finalmente, risposto lo scorso 22 marzo affermando che: «il Caap spa è una società di diritto privato a prevalente partecipazione pubblica, pertanto rientra nell’ambito oggettivo di applicazione del Tusp come definito dall’art. 1 della citata normativa, ove al comma 1 specifica che: le disposizioni del presente decreto hanno a oggetto la costituzione di società da parte di amministrazioni pubbliche, nonché l’acquisto, il mantenimento e la gestione di partecipazioni da parte di tali amministrazioni, in società a totale o parziale partecipazione pubblica, diretta o indiretta».
I SOCI – Allo stato attuale la compagine societaria è composta da 22 Soci, di cui sette Soci pubblici (che detengono complessivamente il 96% delle quote azionarie) che sono: Comune di San Benedetto del Tronto (43,17%), la Regione Marche (33,87%), la Provincia di Ascoli Piceno (6,96%), la Provincia di Fermo (5,35%), La Camera di Commercio di Ascoli Piceno (2,24%), la Camera di Commercio di Fermo (2,02%) ed il Comune di Monteprandone (2,37%). Il apitale sociale versato e sottoscritto è pari ad 6.289.929,00 euro.
IL PIANO DI RISANAMENTO – Nella redazione del documento, il Cda ha applicato i seguenti principi: chiarezza; completezza; affidabilità; attendibilità; neutralità; trasparenza e prudenza. In particolare, «il Piano tende a valorizzare i processi propri della Società e l’obiettivo di risanamento può essere portato a termine attraverso la corretta gestione del core-bussiness implementato da nuove attività evitando vendite del patrimonio immobiliare del centro stesso». In particolare sono previsti «interventi di natura finanziaria come la ristrutturazione del debito finanziario (con Istituti bancari e fornitori) e rateizzazione del debito tributari insieme ad azioni di contenimento dei costi al fine di raggiungere la massima efficienza; interventi di efficentamento energetico volti a migliorare l’ambiente di lavoro, ridurre i costi, rispettare la natura renderci più competitivi abbassando i costi del condominio e, non ultimo anche beneficiando delle agevolazioni fiscali». E ancora: «azioni di natura commerciale ed organizzativa mediante politiche commerciali volte al risanamento delle zone ad oggi improduttive mediante contratti di locazione “ad hoc” nonché l’ implementazione di nuove iniziative nei settori della convegnistica delle fiere e degli eventi al fine di raggiungere importanti e migliori livelli di fatturato». Infine si lavorerà «ad una migliore gestione del credito e ad opportunità collaborative con Unicam e Fondazione Carisap». Il piano evidenzia la possibilità di raggiungere «un equilibrio finanziario, economico e patrimoniale sostenibile, con un tendenziale pareggio già nel corrente 2019 ed utili di esercizio nei prossimi anni».
IL PERSONALE – Il Piano ipotizza «una riduzione del costo del personale pensando alla tutela dei lavoratori, proponendo ammortizzatori sociali, ricollocamento (mobilità tra Enti Pubblici), pre pensionamento e riduzione orario di lavoro».
L’AUSPCIO – «Si vuole mettere in forte evidenza -fanno notare i vertici- che il Piano è stato elaborato e pensato non valutando alcuna ipotesi di vendita immobiliare anche e soprattutto con l’intento di preservare il patrimonio immobiliare dell’azienda: la sua vera ricchezza. In tal modo abbiamo inteso preservare e conservare il valore “reale” delle quote azionarie nel rispetto dei terzi, dei Soci e della collettività da essi rappresentata. I risultati del Piano di risanamento si basano su assunzioni di base prospettiche e come evidenziato nel conto economico di periodo (2019-2023) la realizzazione del pareggio di bilancio e del risanamento aziendale sono possibili in breve tempo, adottando le soluzioni proposte e monitorando costantemente l’andamento aziendale e la rispondenza del Piano al suo svolgimento ed alle sue conseguenze adottando, se necessario, con il giusto anticipo gli eventuali correttivi».
rp
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