Ospedale unico, “Italia Viva”:
«Dovrà concentrare le spcialistiche
dei due nosocomi esistenti»

ASCOLI - Con il consigliere regionale Fabio Urbinati, si sono riuniti simpatizanti e iscritti del partito. «Inutile produrre documenti senza una attenta analisi di costi, benefici e numeri certi»
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L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli (Foto Vagnoni)

Oltre settanta simpatizzati e iscritti di “Italia Viva” si sono incontrati per discutere sulla Sanità regionale. Lo hanno fatto alla presenza anche di alcuni amministratori e coordinatori dei vari comitati provinciali. Il dibattito si è svolto dopo la “ricostruzione” fatta dal consigliere regionale il sambenedettese Fabio Urbinati.

«Discutere di programmazione sanitaria richiede serietà, capacità di ascolto e predisposizione al cambiamento – scrive il coordinamento provinciale di Ascoli di “Italia Viva” – perché in un mondo globalizzato, dove tecnologia e scienza si evolvono a ritmo frenetico, abbiamo il dovere di permettere ai nostri operatori sanitari di lavorare nelle migliori condizioni possibili per erogare ai cittadini un servizio efficiente. Per questo, prendiamo in considerazione la programmazione di un nuovo ospedale nella provincia di Ascoli, che concentri  tutte le specialistiche che sono attualmente distribuite tra gli ospedali “Madonna del Soccorso” di San Benedetto e “Mazzoni” di Ascoli, ricordando che le specialistiche attualmente attive in Area Vasta 5 sono superiori a quelle previste per un ospedale di primo livello con punte di grande eccellenza».

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

«Apprezziamo – prosegue – le modifiche apportate al nuovo Piano sanitario regionale, soprattutto nella parte in cui viene introdotta la necessità di realizzare un’attenta analisi costi-benefici che indichi con chiarezza i dati relativi a specialistiche, posti letto e soprattutto il futuro delle rimanenti strutture degli ospedali già esistenti. Una qualsiasi localizzazione o ristrutturazione delle costruzioni già esistenti non potrà essere priva di una attenta analisi che permetta ai cittadini di conoscere il futuro della nostra sanità. Riteniamo quindi sbagliato da parte della Giunta regionale produrre atti senza il supporto di numeri chiari».

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