Supermercato Tigre di via Abruzzi a San Benedetto: in partenza la consegna della spesa

di Epifanio Pierantozzi

(fotoservizio di Alberto Cicchini)

“Il giorno di maggior afflusso rimane il sabato”. Niente da fare, le buone abitudini resistono anche al Covid-19. Stiamo parlando del fare la spesa, attività essenziale in tempo di quarantena, e relativa fila davanti al supermercato.
Per il resto, chiedendo ai responsabili dei supermercati, c’è la conferma come – dalle Alpi a Lampedusa – purtroppo i capelli bianchi (o tessera Inps) non sono sinonimo di saggezza.

Il supermercato MD sulla Statale 16 a San Benedetto

GIOVANI SAGGI, ANZIANI POCO – «Devo dire che qui a fare spesa si vedono pochi ragazzi, ma i giovani (fino ai 40 anni, spiega sorridendo una responsabile) sono più disciplinati degli anziani, diciamo dai 60 anni in su. I primi vengono, riempiono il carrello e poi tornano a scorte finite, invece molti “terza e quarta età” li vediamo mattina e pomeriggio». Una sonora bocciatura che dovrebbe far riflettere da chi prendere esempio. Eppure, dando per scontato che già prima della quarantena erano confinati tra quattro mura, proprio gli Over (qui l’età fissatela a seconda se vi sentite giovani o anziani) dovrebbero essere quelli più “allenati” a stare in casa. Invece… nulla. Si potrebbe commentare con “vengono mandati fuori casa dalle mogli che non ne possono più”, invece e purtroppo è un indicatore di insofferenza alle regole. Regole alle quali fanno poi riferimento per s/parlare degli altri. Soprattutto di quei giovani i quali, dopo un inizio incerto e difficile, ora sembrano riscoprire quanto di buono ci può essere nello stare in famiglia. Merito – lo stare tra quattro mura – di un’abitudine al piccolo schermo – sia tv o pc – alla quale gli over non sono avvezzi, avendo come riferimento il contatto sociale de visu e la panchina. Anche qui gli scontrini sono aumentati di valore e diminuiti di numero, soprattutto per il contingentamento degli ingressi.

I cartelli sulle vetrine del Conad di via Togliatti

C’È FILA E FILA – Stamane, lunedì 23 marzo, pochi supermercati presentavano file superiori a una ventina – ben distanziate – di persone. Forse il freddo e la prima neve hanno contribuito, così come la scelta di non affollarsi alle casse dalle ore 10 fino all’ora di pranzo. Da notare come gli innumerevoli servizi televisivi sull’accaparramento della carta igienica abbia fatto scattare l’emulazione anche in zona: scaffali vuoti! Non osiamo pensare a come è dura la convivenza in una famiglia di quattro o più persone con un unico bagno. Chissà se le file sono più lunghe dentro le mura domestiche o fuori.

SPESA A DOMICILIO – Infine ecco la riscoperta – poiché le più anziane lo ricorderanno bene – della spesa consegnata a casa. Un servizio non certo gratis, ma che non ha prezzo per anziani che non possono più contare sull’aiuto di parenti, volontari o vicini per arrivare al supermercato, o di reclusi volontari. Così quelli che consegnavano le pizze o i fattorini si sono riciclati. Li vedi arrancare su bici con rapporti ridotti e una serie di scatoloni impilati dietro. Forse una buona abitudine, la spesa a casa, da conservare anche dopo la ritirata del Covid19. In giro ci sarebbe un po’ di sudore in più, ma auto e inquinamento in meno. Tutto sommato i sambenedettesi stanno imparando le regole e si “chinano”, come fa il giunco quando passa “la piena”.

BUGIE DA FILM – Un capitolo a parte meritano i controlli da parte di forze dell’ordine, Polizia Municipale compresa. Uno “in divisa” ci ha detto: «Fra qualche mese si potrebbe scrivere un libro su quello che ci raccontano, ma ci vorranno molti volumi». Insomma, le fantasiose e assurde scuse addotte da John Belushi (a Carrie Fisher) per il mancato matrimonio, impallidiscono davanti a quelle di tanti, troppi automobilisti in libera uscita.

LA FOTOGALLERY DI ALBERTO CICCHINI

Attesa per entrare in un negozio in viale De Gasperi