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Apre Malattie Infettive al “Mazzoni”
ma “Il Madonna del Soccorso”
potrebbe tornare Covid

EMERGENZA CORONAVIRUS - E' ancora in vigore la delibera regionale 523 di maggio scorso che ricalca la distribuzione dei reparti dedicati ai pazienti affetti da Sars Cov 2 nelle Marche attuata durante il lockdown. E' stato ribadito l'1 ottobre nel piano di emergenza di Area Vasta 5. Sul piede di guerra il comitato sambenedettese "Cittadinanzattiva"
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zona rossa rianimazione ospedale Covid

La Rianimazione dell’ospedale di San Benedetto

di Maria Nerina Galiè
Domani, 20 ottobre, entrerà in funzione il reparto Malattie Infettive dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, come preannunciato dal direttore di Area Vasta 5 Cesare Milani (leggi qui). Ma questa misura non esclude la possibilità che il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto possa tornare ad essere Covid Hospital.
Lo diceva la delibera regionale 523 del 5 maggio scorso, rimasta in vigore come “Piano di Emergenza Interno per il Massiccio Afflusso dei Feriti” (Peimaf) per la pandemia da Covid, ed è stato ribadito l’1 ottobre: «San Benedetto del Tronto: attivazione posti letto Covid 30+30 ordinari. Ascoli Piceno: accoglienza reparti no Covid di San Benedetto». 
«La delibera 523 – ha precisato Cesare Milani, direttore di Area Vasta 5 – impone che, in caso di necessità, siano riattivati tutti i Covid center utilizzati durante la fase clou dell’emergenza sanitaria. Quindi anche l’ospedale di San Benedetto, se servirà, tornerà a ricoverare i pazienti positivi al Coronavirus».
La palazzina ex Aids di Ascoli invece parte con 10 posti – subito tutti occupati da pazienti che in attesa ai Pronto Soccorsi di Ascoli e San Benedetto – tra degenza ordinaria e semi intensiva, per arrivare ad una quindicina nel giro di qualche giorno. 
Sono al momento 3 i pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva del “Madonna del Soccorso”, 12 posti in un’ala distinta e separata dall’omologo reparto riservati ai no Covid. Un paziente è stato trasferito nella Rsa di Campofilone, mentre un’altro vi è stato trasferito oggi, 19 ottobre, dal Pronto Soccorso del “Mazzoni”.
Con l’aumento della richiesta di ospedalizzazione, che nel Piceno riguarda quasi una cinquantina di persone, ma anche nel resto delle Marche i numeri si alzano giorno dopo giorno, non è difficile prevedere che presto saranno chiamati a raccolta tutti i reparti che durante il lockdown sono stati in prima linea nella lotta contro la parte peggiore del virus.
Resta il dubbio della mega struttura di Civitanova, realizzato durante l’emergenza, in fretta e furia, proprio per compensare la richiesta di ricoveri. Aperto per un brevissimo periodo e per meno di una manciata di persone. Poi chiuso. Ed ora non si parla di riaprirlo.
E’ sul piede di guerra il comitato “Cittadinanzattiva”, sezione di San Benedetto, che scrive in una nota:
«Quindi tutte le promesse fatte sino ad ora sulla non chiusura, una seconda volta, del nostro ospedale (il “Madonna del Soccorso”, ndr) si sono rivelate solamente fumo. Sembra che i motivi per questa scelta siamo due.
Il primo in relazione alla delibera regionale 523, dove è scritto: “Nel caso di una significativa ripresa della diffusione del virus sul territorio regionale sarà necessario prevedere la tempestiva riorganizzazione dei percorsi dedicati presso le seguenti strutture che hanno già sviluppato specifiche competenze nella gestione dei pazienti Covid-19 durante la prima fase dell’epidemia: nel Presidio Unico di Area Vasta 5 stabilimento di San Benedetto del Tronto e sezione distaccata (ex malattie infettive) presso stabilimento di Ascoli Piceno.
Presso tali strutture ospedaliere andrà garantito un percorso in acuzie dedicato al ricovero del paziente affetto da Sars-Cov2 garantendo al contempo le restanti attività assistenziali non procrastinabili”.
Il secondo sembra scaturire dal fatto che essendo Ascoli un ospedale specialistico non possa essere toccato nei suoi reparti. Però a marzo la Neurologia (reparto specialistico) fu portata ad Ascoli, l’Ostetricia e la Pediatria (entrambe al quinto piano, quindi ben lontane dai pazienti Covid in Geriatria) furono portate ad Ascoli.
Così come il Trasfusionale.
Perciò adesso accadrà di nuovo e chissà per quanto tempo.
Quanto potranno bastare 15 posti letto ad Ascoli? E quanto durerà questo secondo periodo?
Autunno, inverno, primavera, almeno. Facciamo 8 mesi, minimo.
Si dice che non bisogna essere pessimisti, ma i fatti sono quello che sono.
Il personale per Civitanova non si trova e il Madonna del Soccorso sarà nuovamente sacrificato perché Ascoli, per un motivo o per un altro, non si può toccare.
Le nostre parole, sempre inascoltate e puntualmente avverate. Ma sarà cambiata l’aria gestionale oppure prosegue tutto come prima? Riceviamo inoltre tante segnalazioni da parte di genitori che hanno i figli a scuola dove non capiscono come comportarsi e tanti utenti che attendono l’esito del tampone da diversi giorni.
Ma cosa sta accadendo?? Facciamo appello a tutte le istituzioni perché così non si può andare avanti».

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