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La verità e la memoria
meritano rispetto

ASCOLI - Intervento del presidente provinciale dell'Associazione Partigiani d'Italia: «L'uso strumentale della bassa politica cittadina fomenta odio tra le giovani generazioni. La "Giornata della Memoria" e il "Giorno del Ricordo", fuori da ogni opportunismo partitico, devono costituire occasione di conoscenza del passato che apra le nostre coscienze all’abominio degli orrori compiuti nel Novecento perché essi non si ripetano»
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di Pietro Perini
(presidente provinciale Associazione Partigiani d’Italia)
L’Anpi è affidataria della Memoria storica del sacrificio di donne e uomini che non hanno avuto paura di ribellarsi all’ oppressione nazi-fascista e, rischiando la loro stessa vita, hanno conquistato la libertà e la democrazia per il nostro Paese, condanna tutte le forme di violenza esecrabile compiuta dai regimi totalitari e liberticidi e difende incondizionatamente i valori universali quali la pace, il rispetto della vita umana e della sua dignità.

Pietro Perini

Per questa ragione non accetta che venga fatto un uso strumentale della verità storica da forze politiche, le quali giocando sulla contrapposizione ideologica raccontano eventi storici decontestualizzati e mistificati per colpire l’emotività, soprattutto delle giovani generazioni.

Il “Giorno del Ricordo” continua ad essere l’occasione dunque, non già per ricordare le vittime di un’inaccettabile persecuzione perpetrata da un regime totalitario e repressivo che ha fatto carne da macello di tutti coloro che vi si opponevano, bensì un’occasione per contrapporre uomini contro uomini in nome dell’orgoglio italiano e esaltare il fascismo come esempio di buon governo, magari in antitesi al regime comunista titino.
La Storia ricostruita in modo rigoroso ci dà conto della verità che, in quanto tale, non può confondere le vittime con i carnefici. Né può farsi sopravanzare dal solo racconto emozionale che non fornisce le coordinate giuste per capire lo svolgersi dei fatti, le responsabilità e le dinamiche sottese agli eventi stessi.
Non è moralmente corretto l’uso strumentale del racconto storico. La legge che istituisce il “Giorno del Ricordo” pone la conoscenza storica degli eventi accaduti come obiettivo fondamentale da perseguire nelle scuole, dunque, ai giovani studenti vanno forniti i presupposti per la pratica dell’indagine storica, allo scopo di conoscere e comprendere la verità in tutta la sua complessità e disporre di tutte le coordinate per poter elaborare un giudizio critico e autonomo.
Al di là della ritualità commemorativa l’occasione data da una ricorrenza del calendario civile non deve servire per contrapporre crimini ad altri crimini in una logica di antagonismo ideologico. È immorale contrapporre vittime ad altre vittime per esacerbare l’orgoglio di essere italiani, tralasciando di menzionare le atrocità compiute proprio dagli Italiani in nome del fascismo. È disonesto raccontare pezzi di verità e ignorare le efferatezze, le violenze e le sopraffazioni perpetrate in quelle stesse terre da parte degli Italiani sulle popolazioni che quei luoghi avevano condiviso per secoli.
La memoria storica non può sostanziarsi solo di ricordi soggettivi, ma deve affondare le sue radici nella documentazione circostanziata e puntuale che, come tale, non tralascia e non deforma la reale entità degli accadimenti oggettivamente riscontrabili. Molti ricorderanno come alcuni anni fa, in un manifesto con il programma delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo campeggiasse una foto toccante che ritraeva uomini e donne in cammino forzato con le loro poche masserizie e la disperazione nei volti: si trattava però di una foto di slavi in fuga dalle persecuzioni fasciste italiane.
L’Anpi condanna e ritiene inaccettabile l’uso irresponsabile e fazioso della Storia da parte di chi inneggia al fascismo e ai suoi metodi, disconoscendone la crudeltà e la violenza, lo squadrismo come strumento di persuasione che ha mietuto migliaia di vittime nel nostro Paese, nell’arco del lungo ventennio.
L’Anpi condanna altresì che le vittime innocenti della terribile vicenda umana e politica del confine orientale italiano nella seconda guerra mondiale vengano manipolate per fini di proselitismo ideologico.
La “Giornata della Memoria” e il “Giorno del Ricordo”, fuori da ogni retorica celebrativa e fuori da ogni opportunismo partitico devono costituire occasione di conoscenza del passato che apra ogni giorno le nostre coscienze all’abominio degli orrori compiuti nel Novecento perché essi non si ripetano.

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