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Saturazione terapie intensive,
le Marche al primo posto in Italia
Ma ci sono i primi segnali di speranza

EMERGENZA CORONAVIRUS - I dati degli ultimi giorni sulla pandemia: i pazienti gravi occupano il 59% dei posti letto, ma l’anno scorso dopo un ulteriore aumento negli ultimi giorni di marzo ci fu poi letteralmente un crollo di ricoveri. Intanto nell’ultima settimana la frequenza di nuovi casi è scesa del 7,3%. Chiariti i dubbi su Astrazeneca: 30 casi di trombosi su 5 milioni di somministrazioni in Europa, lo 0,0006% dei casi
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Andamento dei ricoveri in Terapia intensiva nelle Marche dal marzo 2020 ad oggi (Fonte: elaborazioni del dottor Paolo Spada per la pagina Facebook “Pillole di Ottimismo”)

di Claudio Maria Maffei*

I dati degli ultimi giorni sulla pandemia nelle Marche possono essere letti o come molto gravi o come un primo segnale di speranza. Partiamo dai dai “nudi e crudi”: le Marche sono ancora ai primi posti in tutte le classifiche che ogni domenica commentiamo. Siamo al quarto posto come incidenza di nuovi casi negli ultimi 7 giorni e siamo purtroppo al primo posto come saturazione dei posti di terapia intensiva (59%). I dati degli ultimi 30 giorni ci pongono al secondo posto come frequenza di ricoveri in terapia intensiva e al sesto come decessi. Sono dati preoccupanti specie se “conditi” con la considerazione che prima di Natale eravamo messi molto meglio.

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Claudio Maria Maffei

Dove sta il primo segnale di speranza? Sta nel fatto che nell’ultima settimana la frequenza di nuovi casi è scesa del 7.3% e che tra un po’ con ogni probabilità con l’arrivo della primavera e con gli effetti delle misure prese (purtroppo tardi) cominceranno a scendere i ricoveri ed in particolare quelli in terapia intensiva. Purtroppo però potrebbe esserci ancora qualche giorno terribilmente difficile per tutti i nostri operatori, da quelli degli ospedali a quelli dei distretti e dei Dipartimenti di Prevenzione.

Il grafico dei ricoveri in terapia intensiva da marzo 2020 ad oggi (ancora una volta frutto del preziosissimo lavoro del dottor Paolo Spada della pagina Facebook di Pillole di Ottimismo) fa vedere la somiglianza incredibile tra l’andamento di questi ricoveri nei due mesi di marzo, quello attuale e quello dell’anno scorso. Dopo un ulteriore aumento negli ultimi giorni del mese nel 2020 ci fu poi letteralmente un crollo. Come dire: la primavera a noi fa bene e al virus no. E quindi a noi di questi tempi la primavera potrebbe fare doppiamente bene.

Vaccinazioni a San Benedetto

Certo dovremo aiutare anche noi la primavera con un intelligente rispetto delle regole e la dovrebbe aiutare anche la nostra politica garantendoci un efficiente e giusto programma vaccinale.

I dubbi sui rischi associati al vaccino AstraZeneca sono per fortuna stati chiariti e può essere utile ricordare i dati come ha fatto l’anconetano, oggi professore ordinario di Microbiologia all’Università di Cagliari, Aldo Manzin: «L’Agenzia Europea del Farmaco (l’Ema) ha fatto sapere che su 5 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca somministrate in Europa, i casi di trombosi sono stati 30. Si tratta praticamente dello 0,0006% dei casi. Sono eventi che sono stati già registrati in fase sperimentale, sia per questo vaccino sia per altri vaccini dello stesso tipo come Pfizer e Moderna, e numericamente sono di gran lunga inferiori agli eventi dello stesso tipo che normalmente avvengono nella popolazione indipendentemente dall’utilizzo di questi vaccini».

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Ricoverati al Covid center di Civitanova

E’ anche di questi giorni un’altra buona notizia e cioè l’avvio della sperimentazione nelle Marche degli anticorpi monoclonali. La notizia è stata commentata con la consueta enfasi dall’assessore Saltamartini: «Nelle Marche è stata già avviata la cura sperimentale con gli anticorpi monoclonali, la terapia consentirà una riduzione dei ricoveri e dei decessi stimata intorno all’85%».

Purtroppo l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) nel suo parere ufficiale circa la utilità della sperimentazione dei monoclonali ha scritto che in base ai dati ufficiali disponibili l’attuale dosaggio risulta associato ad una riduzione del tasso di ospedalizzazione o di visite al pronto soccorso dopo un mese di circa l’11% nei pazienti ad alto rischio. Del resto rispetto ai numeri impressionanti della epidemia le poche dosi di anticorpi monoclonali disponibili sono per ora solo un importante segno di speranza. Più che questo genere di promesse dalla Regione e dall’assessore ci si aspetta, lo ripetiamo, un programma vaccinale rapido, trasparente e giusto. I cittadini ne hanno bisogno per non dover poggiare le loro speranze solo sulla primavera e sull’impegno dei propri operatori ormai sempre più stremati.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

 


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