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Dialisi del “Mazzoni”, il Nursind:
«Carenza di personale annunciata
e segnalata da mesi all’Area Vasta 5»

ASCOLI - Maurizio Pelosi, segretario territoriale del sindacato degli infermieri, interviene sul fatto che 6 infermieri del reparto si sono messi in malattia a ridosso del giorno in cui entrava l'obbligo di esibire il green pass. «Siamo sotto organico di 10 unità». Ecco le sue dichiarazioni complete
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L’ingresso dell’emodialisi del “Mazzoni” di Ascoli

 

di Maria Nerina Galiè

Una carenza di personale annunciata quella in cui si trova la Dialisi dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, per il fatto che alcuni infermieri si sono messi in malattia a ridosso dell’obbligo di esibire il green pass, il 15 ottobre.

Ma ce n’erano anche due sospesi per non essersi vaccinati (compresi nei 19 interessati dai provvedimenti di Area Vasta 5) ed una in maternità da ormai diversi mesi.

«Siamo delusi dalla nostra amministrazione. Siamo stanchi e preoccupati», denuncia Maurizio Pelosi, segretario territoriale del Nursind, il sindacato degli infermieri.

Maurizio Pelosi

«La situazione era nota da mesi in Area Vasta 5 – continua il sindacalista che lavora proprio nel reparto Emodialisi del “Mazzoni”- ma nessuno si è preoccupato per tempo di organizzarsi, trovando personale specializzato per sostituire chi, per un motivo o per un altro, si sapeva sarebbe mancato o mancava già».

C’è la privacy sui vaccini, quindi Pelosi, correttamente, dosa bene le parole. «Se una persona non si vuole vaccinare, è libera di scegliere», tiene anzi a precisare.

Ma è facile immaginare che, come in un qualsiasi contesto lavorativo, tra colleghi e superiori si sa chi si è coperto dal farmaco anti Covid e chi no. Oltretutto, la somministrazione per i dipendenti di Area Vasta 5 è avvenuta nella maggior parte dei casi proprio all’interno dell’ospedale dove lavorano.

«Il Nursind, già prima dell’inizio delle ferie estive, per più volte, aveva già segnalato alla direzione infermieristica dell’Area Vasta 5, con estrema preoccupazione, la precarietà del numero degli infermieri rimasti attivi nel servizio Emodialisi, non sufficienti già mesi fa, a poter garantire il normale svolgimento delle attività assistenziali legate alle sedute dialitiche. Tutto ciò, in previsione dell’adeguamento dell’organico, poiché, per la formazione di un infermiere che gestisce le sedute emodialitiche, occorrono dai 5 ai 6 mesi di affiancamento lavorativo», ricorda Pelosi.

Le assenze lavorative specificate dal Nursind sono riferite a «2 infermieri prossimi alla pensione, sospesi per non essere vaccinati, 1 assenza per maternità, 2 aspettative lunghe per fruizione benefici legge 104, 2 assenze per infortuni sul lavoro e 3 assenze per malattie lunghe, per un totale di 10 infermieri assenti sui 27 previsti nel turno di servizio». 

Cesare Milani

«C’è preoccupazione per questo stato di confusione e precarietà organizzativa, sminuito dal direttore Cesare Milani nella sua intervista data alla stampa, proprio nella giornata di ieri 18 ottobre, nella quale afferma che anche se “Sei Infermieri della Dialisi del Mazzoni sono in Malattia dal 15 Ottobre, Nessun Disservizio si è Creato per l’Utenza”
Vorremmo ci potesse spiegare, com’è possibile non creare disservizio all’utenza, con un organico ridotto di ben 10 infermieri altamente specializzati (come lui stesso li definisce nell’intervista), compresi 2 sospesi e solo con 3 nuovi,
in affiancamento, di cui la prima circa 5 mesi fa, la seconda circa 1 mese fa, la terza solo 1 giorno fa».

Una quarta infermiera è stata distaccata dallo stesso reparto di San Benedetto ed è preparata al lavoro.

«Ma comunque non bastano – è ancora Pelosi che parla – la matematica, purtroppo, non ci viene in aiuto, se ne facciamo una questione di numeri. Figuriamoci se parliamo di organico assistenziale, adeguatamente formato per le esigenze dell’utenza. Il reparto gestisce circa 85 pazienti emodializzati con soli 17, 18 infermieri distribuiti nei due turni di lavoro mattino e pomeriggio, a fronte del numero storico di 24 effettivi.
Purtroppo, se nel breve periodo non si potrà disporre di personale addestrato, competente nella gestione autonoma delle sedute dialitiche, alcuni pazienti rischieranno probabilmente di essere dirottati presso altri centri di Dialisi per il trattamento sostitutivo salvavita.

Tale problematica è stata notificata anche all’Aned (associazione nazionale emodializzati – dialisi e trapianto) regionale».

Una protesta, degli infermieri della Dialisi, che si affianca a quella dei colleghi delle Sale Operatorie di Area Vasta 5, e per la quale il sindacato ha interessato, per due volte, l’Ispettorato del lavoro.

«Gli infermieri rimasti in servizio (tutti in regola con l’obbligo vaccinale ed il green pass, ndr) – conclude Maurizio Pelosi – sono stanchi e sfiduciati. Rischiano anche di perdere le ferie programmate già da anni per il periodo natalizio (poiché esiste un sistema di rotazione per il godimento delle ferie, da notare che ogni Infermiere può avere il giorno di Natale libero, solo ogni 24 anni) e questo aggiunge ulteriore malumore e sconforto, viste le condizioni incerte nelle quali sono costretti a lavorare».



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