Peste suina africana,
incontro tecnico per l’istituzione
dell’Unità di crisi

MARCHE - Il vice presidente della Regione, nonché assessore all’agricoltura, Carloni: «Attiviamo la rete di prevenzione e di gestione della malattia, che non colpisce l’uomo ma causa danni economici ingenti ai settori zootecnico e agroalimentare»
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Mirco Carloni

«Prevenire per ridurre il rischio di contagio e di diffusione della malattia».

È l’invito rivolto dal vice presidente Mirco Carloni, assessore all’agricoltura, ai tecnici, riuniti in videoconferenza, in vista dell’attivazione dell’Unità di crisi di gestione della peste suina africana. Un virus che non colpisce l’uomo, ma che sta ugualmente allarmando l’Europa per i danni economici arrecati al settore agroalimentare e zootecnico.

I primi focolai sono già stati rilevati in Italia, non nelle Marche, per cui è necessario attivare tutte le misure di prevenzione e contenimento della malattia, alla cui diffusione contribuisce la popolazione selvatica dei cinghiali.

«Non possiamo permetterci di inseguire l’evoluzione della situazione, ma dobbiamo cercare di prevenirla e, soprattutto, gestirla. In tutta Italia si stanno mettendo in atto sistemi di prevenzione – ricorda Carloni – dobbiamo valorizzare le opportunità offerte dalla rete venatoria e zootecnica per adottare tutte le misure di prevenzione possibili».

All’incontro hanno partecipato, da remoto, tecnici regionali, dell’Asur, dell’istituto zooprofilattico Umbria/Marche, polizia provinciale e carabinieri forestali. Dalla riunione sono emerse indicazioni che andranno formalizzate dalla Regione Marche e che integreranno le disposizioni nazionali vigenti. Alcune sono già state emanate, come quelle relative alla vigilanza passiva – da parte dei cittadini, allevatori, cacciatori – per segnalare alle autorità competenti l’avvistamenti di carcasse di animali selvatici. Altre, come le misure di biosicurezza per evirare contatti tra allevamenti e selvatici, verranno formalizzate con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e l’insediamento dell’unità di crisi.

«Siamo in una situazione di allerta e non ancora di emergenza, che stiamo affrontando con le dovute attività -conclude Carloni – l’unità di crisi, che insedieremo, fornirà tutte le ulteriori indicazioni tecniche e operative che adotteremo per gestire la situazione».


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