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Ripartenza del calcio giovanile,
proposte anche dai club piceni:
«Per lo sport basta il tampone»

LE SOCIETA' scrivono al sottosegretario Valentina Vezzali per rivedere la norma riguardante gli over 12: «Il certificato verde rafforzato rappresenta un’eccessiva forzatura. Diamo tempo alle famiglie per poter scegliere se vaccinare o meno i propri figli, magari prima dell'inizio della prossima stagione sportiva». Aderiscono Monticelli e Polisportiva Borgo Solestà di Ascoli, Polisportiva Ragnola di San Benedetto, Castignano
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di Andrea Ferretti

 

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Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport

 

Ci sono anche quattro società sportive del Piceno – Monticelli e Polisportiva Borgo Solestà di Ascoli, Polisportiva Ragnola di San Benedetto, Castignano – tra quelle che hanno scritto a Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport e alla Presidenza del Consiglio, per chiedere la revisione dell’obbligatorietà nel calcio del super green pass per gli over 12. Le altre società sono del Fermano e del Maceratese.

Una scelta che sta mettendo in seria difficoltà le stesse società e i ragazzi che vedono così molto complicato il ritorno all’attività agonistica.

Il campo sportivo di Monterocco dove svolge la propria attività la Polisportiva Borgo Solestà

«Siamo un gruppo nutrito di società che operano a livello dilettantistico e soprattutto giovanile. La nostra intenzione è porre l’accento su una problematica che sta paralizzando l’attività sportivo-calcistica in relazione ai settori giovanili: l’obbligatorietà del green pass rafforzato per svolgere allenamenti e partite dagli over 12, che è un colpo al cuore delle nostre attività – spiegano nella nota – gli adolescenti, come è noto, hanno subìto più di tutti questo periodo di pandemia e metterli spalle al muro con l’obbligo vaccinale, vietando loro di giocare, determinerà a nostro avviso, dei grandissimi problemi.

Riteniamo infatti tale misura vincolante ed eccessiva poiché tutte le società si erano già attrezzate per tutelare la salute dei singoli ragazzi anche attraverso la predisposizione di zone spogliatoio all’aperto, le quali avrebbero garantito il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, come da decreto ministeriale.

Secondo noi, il super green pass per entrare in campo rappresenta un’eccessiva forzatura perché di fatto preclude ai ragazzi la possibilità di vivere serenamente un’importante esperienza ludica e di svago, soprattutto in un periodo come questo, che li vede costretti per larghissima parte della loro giornata ad indossare gli strumenti di protezione in ambito scolastico ed anche perché si troverebbero obbligati a non giocare a causa delle decisioni prese dai propri genitori.

Crediamo inoltre che l’obbligo vaccinale per fare sport sia fortemente penalizzante poiché, nel nostro caso, gli over 12 giocherebbero all’aperto, in un ambiente sano e in un’area, come quella del rettangolo verde, decisamente molto ampia e dispersiva.

L’impianto della Polisportiva Ragnola

Impedire ad un’elevata percentuale di ragazzi di tornare a socializzare significherebbe altresì, esporli ad un rischio sempre maggiore di apatia, di chiusura in se stessi di depressione ed andare incontro a probabili difficoltà di salute fisica – prosegue la lettera delle società – chiediamo dunque una immediata revisione del super green pass in ambito sportivo per questa fascia di età. Al fine di consentire ai giovani, finalmente e nuovamente, di avere una vita quanto più “normale” possibile, di fare attività e di ri-socializzare in maniera ampia e totale poiché lo sport, oltretutto all’aria aperta, promuove in maniera significativa il ripristino e lo sviluppo dell’ equilibrio psicologico e relazionale.

Per questo motivo la nostra idea non si ferma solo ed esclusivamente ad un malcontento relativamente all’attuale situazione, ci muoviamo anche con delle proposte proprio per cercare di trovare una soluzione. La prima è permettere ai ragazzi di poter accedere all’attività con green pass base, come avviene per il rientro a scuola, anche con un tampone antigenico fatto. Una situazione che renderebbe possibile l’attività sportiva all’aperto dei ragazzi, rimanendo ferme e confermate tutte le precedenti procedure di sicurezza già attuate per l’utilizzo degli spogliatoi e dei luoghi chiusi comuni. Pertanto, equiparando l’attività, peraltro all’aperto, alle attività scolastiche utilizzando lo stesso protocollo o simile.

La sede della Federcalcio Marche ad Ancona

La seconda è di dare tempo alle famiglie per poter scegliere e riflettere. Il nuovo protocollo ha effetto immediato e interviene proprio al centro della stagione sportiva, costringendo ad una scelta molto affrettata. Sarebbe il caso di dare tempo alle famiglie di prendere la decisione migliore magari prima dell’inizio della prossima stagione sportiva, in piena serenità. Farlo nel bel mezzo di una stagione che inizia a settembre e si conclude a giugno, mette in difficoltà soprattutto i ragazzi – conclude la nota indirizzata alla Vezzali – non possiamo correre il rischio di perdere una generazione di ragazzi, salviamoli ora e pensiamo al futuro permettendo loro di vivere l’attività sportiva e la socialità in maniera serena.

Oltre ai quattro club piceni, hanno sottoscritto la lettera anche Tignum Montegiorgio, Caldarola G.N.C., Polisportiva Grottese, AFC Fermo, San Marco, Tolentino, Sangiorgese, Union Calcio, Pedaso Borgo Rosselli, Invictus, Usa Fermo, Polisportiva Campofilone, Real Elpidiense, Polisportiva Altidona, Polisportiva Mandolesi e Veregrense.

 

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