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«La zona arancione è uno schiaffo
del Governo ai marchigiani»

LA DURA presa di posizione del vice presidente della Regione Mirco Carloni (Lega) sul cambio di fascia che diventerà effettivo da lunedì: «Passa un messaggio negativo alla luce dei sacrifici fatti dai marchigiani, dalle imprese che hanno rispetto le regole, da chi si è vaccinato. Un accanimento burocratico che non meritavamo»
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Carloni

Mirco Carloni

«Far andare le Marche in zona arancione è uno schiaffo del governo all’impegno dei marchigiani, alla serietà con cui hanno fatto i vaccini e cercato di autogestirsi per raggiungere il massimo livello di sicurezza».

In un videomessaggio su Facebook il vice presidente della Regione Marche e assessore alle Attività produttive Miro Carloni (Lega), si scaglia contro il passaggio in zona arancione, annunciato ufficialmente pochi minuti fa dal presidente Francesco Acquaroli.

«Se è vero che non cambia nulla – aggiunge Carloni – genera una situazione di paura che impatta sui consumi e su attività economiche che sono già disperate». Carloni, coordinatore della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni, si dice «preoccupato per la situazione economica» e rilancia la richiesta di «tutti i governatori» di abbandonare le fasce di colore: «Il momento della normalizzazione non si concilia più con questo sistema. Dobbiamo superarlo definitivamente. E fare una revisione sulla sorveglianza sanitaria distinguendo tra persone sintomatiche e asintomatiche. L’isolamento dei lavoratori va gestito in un’altra maniera, così come la scuola. Questo – continua Carloni – è un accanimento burocratico che i marchigiani non meritano e lo dico perché, come responsabile per le attività produttive nella Conferenza delle Regioni, raccolgo una preoccupazione molto forte dalle imprese, dalle rappresentanze dei sindacati. Passa un messaggio negativo alla luce dei sacrifici fatti dai marchigiani, dalle imprese che hanno rispetto le regole, da chi si è vaccinato».

Un errore, secondo il vicepresidente della Regione, anche basare le valutazioni sull’occupazione dei posti letto, senza guardare ai ricoveri per covid o altre patologie. «Le Marche – conclude – non meritano di entrare in zona arancione in una fase in cui in cui in tutto il resto del mondo si va verso una normalizzazione e una semplificazione».

 

 



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