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Ti presento un artigiano: dalle api alla ristorazione, la ricetta di Riccardo D’Angelo

CASTEL DI LAMA - Una passione coltivata fin dall’infanzia con dedizione e attaccamento al territorio, contro tutto e tutti. Dalla prima cassetta a una proposta di impresa ben presto rivelatasi vincente: la storia di un giovane imprenditore che, insieme alla CNA di Ascoli, crede fermamente nel lavoro di squadra per dare nuova linfa al saper fare nostrano
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Dopo aver ripercorso le origini, le vicissitudini e lo sviluppo di alcune tra le più significative avventure imprenditoriali del nostro territorio, riconoscendo da un lato il giusto merito a chi con coraggio affronta quotidianamente le sfide del fare imprese e fornendo dall’altro interessanti spunti di riflessione alle nuove generazioni che per la prima volta si trovano a confrontarsi con le insidie e le opportunità del mondo del lavoro, torna per una seconda serie “Ti presento un artigiano”, la rubrica dedicata ad alcuni dei più rappresentativi esponenti dell’imprenditoria locale che sulle pagine di Cronache Picene fanno il punto del proprio percorso professionale in un momento cruciale per la ripartenza delle attività economiche.

 

Sette nuove storie all’insegna del saper fare dedicate ad altrettanti artigiani che, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi, con grande determinazione e un profondo amore per il territorio e il proprio lavoro continuano a fare impresa per il bene di tutto il Piceno.

Riccardo D’Angelo insieme alle sue api

Per questa prima puntata faremo tappa a Castel di Lama, dove a spalancare le porte delle sue due attività troviamo Riccardo D’Angelo, giovane imprenditore che con tenacia e passione è riuscito negli anni a trasformare il suo amore per l’apicoltura in un apprezzato punto di riferimento per la comunità lamense e non solo, aprendosi nel tempo a nuove e fruttuose esperienze.

 

«Tutto è iniziato quando ero ancora un bambino – racconta -. Da piccolo andavo spesso ad aiutare un mio parente con le api. Per ringraziarmi, a 10 anni mi ha regalato la mia prima cassetta. Con il passare del tempo, poi, sono arrivato ad arrivare ad avere, a 18 anni, una ventina di cassette. Purtroppo, però, morirono tutte, e a quel punto mi sono visto costretto a decidere se lasciar perdere o continuare seriamente in un investimento importante sia dal punto di vista economico che del tempo da dedicare alle api».

 

Trovatosi di fronte a un primo bivio importante nel suo percorso umano e professionale, Riccardo ha scelto di intraprendere la via della passione. Scelta azzeccata, dato che ad oggi il nostro apicoltore rappresenta a tutti gli effetti un esempio virtuoso di giovane imprenditore del territorio. In questo senso, il motivo, è senza dubbio da ricercare nella decisione di credere in sé stesso e di puntare sulla formazione, proseguendo con professionalità a investire su un talento e una dedizione che nel giro di qualche anno hanno saputo ritagliarsi uno spazio di rilievo anche nel campo della ristorazione, nonostante qualche spiacevole incidente di percorso non sia certo mancato.

 

«Ho aperto l’azienda agricola a 22 anni – ricorda – e un paio di anni più tardi abbiamo inaugurato l’osteria. La scelta del nome è stata quasi obbligata, dato che la struttura si trova in prossimità delle casette ed è profondamente legata a tutto ciò che ruota attorno alle api e al miele.

Purtroppo, però, le cose non sono subito andate per il meglio. Ho subito un furto e una volta le mie api sono state addirittura bruciate vive. Nonostante lo sconforto, ho immediatamente cercato di fare del mio meglio rimboccandomi le maniche senza piangermi addosso: in situazioni come queste rialzarsi non è mai semplice, ma nel mio caso questo episodio mi ha dato ancora più forza e stimoli per ripartire».

 

Per Riccardo e le sue api ora le cose sono decisamente migliorate, nonostante le evidenti difficoltà dettate dall’emergenza sanitaria che hanno condizionato la quotidianità dei ristoratori negli ultimi due anni.

 

 

«Sono stati certamente anni difficili – ammette – specie per gli imprenditori attivi nel nostro settore, ma ci siamo subito attivati con l’asporto cercando di garantire il servizio ai clienti anche nelle settimane di chiusura. Siamo stati sempre in prima linea e anche quest’anno abbiamo fortemente voluto ripartire con una serie di eventi ad hoc. Speriamo che tutto possa andare per il meglio, ma per il momento l’impressione è che le persone siano felici di poter uscire e riassaporare la normalità di un tempo».

 

Avvicinatosi ormai da diversi anni all’universo CNA e da sempre sensibile alle istanze promosse dall’associazione territoriale di Ascoli, da buon giovane imprenditore Riccardo segue con attenzione il tema del ricambio generazionale e dello sviluppo imprenditoriale, nella consapevolezza dell’importanza di dar vita a sinergie vincente tra gli addetti ai lavori per il bene di tutto il territorio. Si tratta, in fondo, di sperimentare in maniera più ampia ciò che lui stesso ha messo in pratica con le sue due attività, facendo rete per mettere in evidenza i punti di forza di ciascuna componente e rappresentare un valore aggiunto per il territorio.

 

«La ristorazione e l’apicoltura sono due settori completamente diversi: il ristoratore sta in mezzo alla gente, l’apicoltore invece è molto legato a una serie di fattori, ambientali e non, di cui non può non tener conto, ma entrambe sono due professioni che devono necessariamente piacere per poter essere svolte al meglio. Sono convinto del fatto che solo lavorando con passione si possano ottenere grandi risultati.

Francesco Balloni, direttore della CNA Picena

Personalmente consiglio sempre di provare e buttarsi seguendo le proprie inclinazioni, perché può davvero valerne la pena. Se c’è qualche ragazzo che vuole mettersi in gioco e fare impresa sono a disposizione, nel mio piccolo, per dialogare e trovare la giusta soluzione per intraprendere questa avventura. Credo fortemente nel valore della collaborazione: solo così attività e imprenditori possono confrontarsi e crescere insieme».

 

Una proposta perfettamente in linea con la filosofia della CNA di Ascoli, che dando spazio ai nuovi esponenti dell’imprenditoria locale intende dar vita a una rete di contatti in grado di portare una ventata di innovazione nel mondo del lavoro senza però perdere di vista l’attaccamento alle tradizioni artigiane, nel segno del saper fare tipico del Piceno.

 

Arianna Trillini, presidente della CNA Picena

«L’esempio virtuoso di Riccardo D’Angelo testimonia la grande capacità dei nostri giovani di integrarsi nel tessuto economico e sociale locale – dichiara Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli -. Apicoltore, ristoratore, ma soprattutto giovane imprenditore: è su figure professionali come Riccardo che, come associazione, vogliamo puntare per promuovere la creazione e lo sviluppo di impresa tra le nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro».

 

«L’amore per il proprio lavoro e la volontà di reinventarsi ogni giorno per offrire qualcosa di nuovo al territorio sono tra i principali punti di forza dei nostri artigiani – afferma Arianna Trillini, presidente della CNA Picena – e Riccardo, nella sua quotidianità professionale, li incarna alla perfezione. Per uscire dalla crisi e contribuire attivamente alla ripresa del Piceno è necessario intraprendere al più presto la via dell’innovazione. Si tratta di un percorso complesso ma al tempo stesso anche di una sfida molto stimolante, che potendo contare su imprenditori come lui siamo fermamente convinti di poter superare».

 

(articolo pubbliredazionale)

 

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