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Via Oberdan verrà ribattezzata “Via dei cinque dossi” (Le foto)

ASCOLI - Continuano le bizzarrie nella strada di Porta Romana dove fino a poco tempo fa transitavano solo residenti e bus urbani. Dopo i dissuasori a gogo, ora anche i pullman delle corse extraurbane e la segnaletica orizzontale come una gimkana. Ma l’ex stazione di bike sharing sta sempre lì
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di Andrea Ferretti

 

I residenti vorrebbero cambiare nome alla via di Ascoli in cui abitano e in cui molti sono anche nati. Non se ne abbiano a male i discendenti del patriota triestino morto al tramonto dell’Ottocento, anche perché ovviamente si tratta di una provocazione.

 

Accade in Via Guglielmo Oberdan, a Porta Romana, una delle quattro parallele di quella che un tempo era la periferia ovest della città. Le altre sono Viale Treviri, Via Mameli e Via Gioberti, le ultime due bizzarramente senza uscita. Chissà che prima o poi in Via Oberdan non compaia un cartello con la scritta “Via dei cinque dossi”. Tanti, infatti, i dissuasori di velocità disseminati su una strada secondaria, almeno prima che venisse rivoluzionata la viabilità dell’intera zona con il (bizzarro pure quello) doppio senso di marcia e la rotatoria dei record che, per dimensioni (diametro un metro e venti), se la sta battendo con una recentemente realizzata a Londra, la città più trafficata del mondo. Insomma, è abbastanza concreto il rischio che dalle “Cinque Terre” della Liguria si passi ai “Cinque Dossi” di Ascoli.

 

Uno dei dossi prima della nuova segnaletica

Via Oberdan fino a pochissimi anni fa era una strada interamente a senso unico, percorsa solo da residenti e dai bus della linea urbana che effettuava fermate anche nel tratto finale (Largo Porta Romana) a ridosso delle mura che si dipartono da Porta Gemina. La segnaletica orizzontale, proprio del tratto a ridosso delle antiche mura, è stata appena rivoluzionata.

 

Per quanto riguarda i parcheggi, sul lato ovest gli stalli da sei sono diventati quattro, non sono più orizzontali ma verticali per far spazio a una doppia corsia disegnata tipo gimkana. Lo spazio di fermata di bus urbani e pullman extraurbani (in Via Oberdan ora transitano anche quelli) è raddoppiata ed è stato lasciato uno spazio per il transito pedonale. Sono stati asportati ben 48 paletti di ferro – con relative catene che li univano – che per anni hanno delimitato non si sa bene cosa. Ne restano solo tre proprio accanto alla Porta Gemina.

 

La stazione di “Ascoli by Bike”

 

Un’altra bizzarria. A ridosso del “maschio” – dove terminano le mura che scendono dalla Fortezza – c’è uno spazio da anni inspiegabilmente lasciato sterrato, con tanto di divieto di sosta e di fermata. Per preservare uno storico angolo della città? Non ci crede nessuno. Dopo quello che è accaduto in Via Oberdan negli ultimi anni, perché non realizzare anche lì qualche parcheggio?

 

Ma la ciliegina sulla torta della futura “Via dei cinque dossi” resta senza dubbio l’ex stazione di bike sharing. Una bruttura unica, una cartolina del degrado, una ferita che non riesce a rimarginarsi. Uno spazio dove, una volta rimossa la struttura, compresi i punti-ricarica delle bici ormai da rottamare dopo anni di oblìo, si possono ricavare almeno tre stalli per residenti.

 

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