testo e video di Giuseppe Di Marco
Stabilizzazione del personale, salario accessorio, modulazione delle ferie e dei carichi lavorativi: tutto questo e molto altro è stato al centro della protesta portata questa mattina dai sindacati di fronte all’ospedale “Madonna del Soccorso”.
A partecipare al picchetto all’ingresso del nosocomio rivierasco sono stati i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl, che hanno rivendicato specifiche richieste all’Ast e alla commissaria Vania Carignani. In primis, il riequilibrio dei fondi contrattuali, visto che, come affermano le sigle sindacali, «i dipendenti dell’Ast di Ascoli Piceno percepiscono 693,25 euro in meno rispetto ai colleghi delle Marche».
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E ancora. Si chiede la restituzione di 495.000 euro congelati per il pagamento delle indennità relative al periodo che va dal 15 novembre al 31 dicembre 2021. Quindi si esige il pagamento dei tempi di vestizione, la fruizione delle ferie arretrate ammontanti, per buona parte dei dipendenti, a 100 giornate. I sindacati inoltre mettono in chiaro che andrebbe verificato il carico di lavoro e ridefinita la dotazione organica, nonché applicate le norme per il superamento del precariato. A dover essere applicata, in tal senso, dovrebbe essere pure la riorganizzazione dei servizi con copertura di tutte le funzioni. Infine, i sindacati chiedono l’attribuzione delle progressioni economiche orizzontali relative al 2021 e 2022.
«Quando si vive un commissariamento si fa attività ristretta, e tutti vanno in sofferenza – commenta Benito Rossi dell’Ugl – viviamo nella completa incertezza pur essendo entrati in un percorso di autonomia gestionale, anche se per ora in regime di commissariamento. Oltre a questo rimane ancora in sospeso il discorso delle coperture economiche che la Regione Marche avrebbe dovuto assicurare entro i primi 10 giorni di gennaio, ma che non sono state fatte. Il tema chiaramente è il salario accessorio e soprattutto l’enorme percentuale di personale a tempo determinato che va in scadenza il 30 aprile e che non è stata stabilizzata. Bisogna capire se questi dipendenti verranno confermati: in caso contrario bisogna che parta una profonda riorganizzazione dell’Ast. La tenuta dei servizi è un fattore determinante per una comunità: senza medici e operatori sanitari ci potrebbero essere degli accorpamenti».
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