Porta la data del 13 dicembre scorso l’accordo sui tempi di vestizione sottoscritto tra l’allora direttore di Area Vasta 5 e tutte le sigle sindacali.
Si tratta di un’indennità contrattualizzata ma che nella Sanità picena non veniva riconosciuta fino a che non sono partite le battaglie, anche legali, che hanno permesso agli aventi diritto di ottenere quanto dovuto, ma solo fino al 2018, e “pretendere” che questa indennità venisse pagata per il quinquennio che scade a maggio 2023.
Ecco quindi la firma dell’accordo di fine anno, di fine vita dell’Asur e di fine mandato per Massimo Esposito.
Da allora però i lavoratori non hanno avuto più notizie dell’attuazione del patto, tanto meno dei soldi.
Il 27 febbraio i sindacalisti Maurizio Pelosi (Nursind), Mauro Giuliani (Usb) e Roberto Tassi (Nursing Up) hanno inviato una lettera ai vertici della Sanità regionale e locale, nel frattempo cambiata. Nessuna risposta anche in questo caso.
Quindi c’è stato motivo, secondo Pelosi, Tassi e Giuliani, di inviare un vero e proprio sollecito, al fine di ottenere una risposta in merito all’accordo. I destinatari sono stati il commissario di Ast Ascoli, Vania Carignani, l’assessore regionale Filippo Saltamartini, ma anche l’ex direttore di Asur Marche Nadia Storti.
A quest’ultima in particolare chiedono che «l’ex direttore Esposito aveva la delega da parte della Storti a sottoscrivere l’accordo del 13 dicembre, in merito al riconoscimento dei tempi di vestizione e svestizione per tutti i lavoratori del Ast di Ascoli».
Il motivo del sollecito è legato, cosa non da poco, al fatto che «il 21 maggio scadono i 5 anni di prescrizione per i tempi vestizione e svestizione». Se si supera quindi quel termine, i lavoratori rischiano di non avere più titolo per chiedere il riconoscimento dell’indennità.
«Senza il dovuto riscontro – concludono i sindacalisti – saremo costretti a dare mandato ai nostri legali».
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