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Ascoli, il patron Massimo Pulcinelli passa al contrattacco tra certezze, fiducia e speranza

SERIE B - Conferenza stampa a sorpresa dopo il ko di La Spezia e le contestazioni: live alla squadra, cori per la società. Al suo fianco l'ex arbitro Massimo De Santis, il presidente Carlo Neri, il direttore generale Domenico Verdone e il direttore sportivo Marco Giannitti. «Accetto le contestazioni ma non la caccia all'uomo. Con quattro gare in casa su sette, possiamo fare 13-14 punti»
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Massimo Pulcinelli (foto Ascoli Calcio)

 

di Andrea Ferretti

 

Conferenza stampa a sorpresa del patron dell’Ascoli Massimo Pulcinelli, convocata in fretta e furia questa mattina mercoledì 3 aprile, a metà strada tra l’ennesimo scivolone con lo Spezia e la prossima partita che di domenica al “Del Duca” contro il Venezia.

 

Presenza e trasparenza quelle palesate oggi dal patron che, da diverse settimane, viene accusato (live e via social) da migliaia di tifosi di non esserci dopo le sue assenze dal “Del Duca”. Luogo dove è stato comunque ricoperto, anche se assente, da cori non di giubilo alla pari del suo braccio destro Massimo De Santis, anche oggi al suo fianco insieme al presidente Carlo Neri, al direttore generale Domenico Verdone, al direttore sportivo Marco Giannitti.

 

Le invettive dei tifosi sono semplicemente frutto del terzultimo posto. Che, a sua volta, è frutto di una stagione nata male e proseguita peggio, almeno finora, con tre allenatori che non ce l’hanno fatta (Viali e Castori) e con uno (Carrera) che non ce la fa a tirar fuori dai giocatori a disposizione quello che non è possibile, e due direttori sportivi che hanno condotto i mercati estivo (Valentini) e invernale (Giannitti) lasciando spazio a critiche suffragate dai fatti. Ovvero dai disastrosi risultati maturati sul campo. Ovvero la conseguenza delle scelte tutt’altro che azzeccate di molti giocatori.

 

Che quello di Pulcinelli sia un atteggiamento anche di sfida, si evince dalla battuta iniziale – che non denota certo serenità – del suo intervento quando, rivolto ai giornalisti, se ne esce con un «sono a disposizione delle vostre fantastiche domande».

 

Sulle contestazioni: «In curva ci sono striscioni (veramente più cori che striscioni, ndr) ma ormai ci abbiamo fatto il callo, inveire contro i calciatori non è mai produttivo, è come se inveisci contro tuo figlio sperando che faccia meglio, non è una tecnica che può funzionare. I tifosi possono essere arrabbiati se la squadra non vince, ma non accetto la caccia all’uomo. Io e la mia famiglia abbiamo messo tanti soldi e siamo sufficientemente stanchi: cornuti e mazziati non piace a nessuno. Pr ora non torno al “Del Duca” perchè ci sono state persone ignoranti che hanno insultato me e la mia famiglia, poi vedremo. Incontrerò una parte della tifoseria e ringrazio chi viene in trasferta a supportare la squadra, ma non ringrazio chi ci insulta. Siamo diventati la società peggiore come espulsioni e ammende, 10.000 euro anche a La Spezia».

 

Sulla squadra: «Poco fa  al Picchio Village abbiamo parlato con i ragazzi e lo staff e ci siamo confrontati sulla mancata prestazione di La Spezia e sul fatto che abbiamo tanta voglia di salvarci».

 

Sulla salvezza: «Se sarà salvezza diretta o playout non lo so, ma sono sicuro che potremo salvarci. Con 4 gare in casa e 3 fuori, 13-14 punti li possiamo fare. Sento commenti di amici e conoscenti che già si sentono in Serie C, io mi sento in Serie B e fare già un funerale mi sembra esagerato».

 

Sugli infortuni: «C’è chi è arrivato senza scendere mai in campo, Mendes ha finito la stagione, Gagliolo ha giocato 15 minuti, Botteghin quest’anno sta male. Ma non accampiamo alibi, dobbiamo dare il massimo con i giocatori disponibili. Poi se la prendano con me, De Santis e Giannitti, il calcio è così e se non ci fossimo stati noi se la sarebbero presa con qualcun altro».

 

Sull’esonero di Castori: «Visto che dopo Viali la media punti non è cambiata, si andava a chiudere a 38-39 punti, allora abbiamo pensato ad un allenatore che impattasse in maniera diversa. Carrera lo inseguivamo da questa estate e siamo felicissimi della scelta sperando che ci conduca alla salvezza. E’ legato a noi fino al 30 giugno 2025, anche in caso di retrocessione. Finora ha una media di 1,5 punti: con questo trend saremmo salvi».

 

Sul calciomercato estivo (ma non su quello invernale): «Sono stati fatti degli errori e non è vero che non ci fosse budget. Non siamo riusciti a prendere Raimondo che c’era stato proposto, poi magari prendi un ragazzo che ti si azzoppa. Non mi piace parlare troppo di chi non c’è più, alla fine il responsabile sono sempre io e forse ho lasciato troppa carta bianca. Abbiamo investito soldi pesanti su Forte che viene pagato per metà da noi ma gioca nel Cosenza».

 

Su Nestorovski: «Continua ad avere problemi fisici, si è rotto di nuovo prima della rifinitura ma è partito lo stesso per La Spezia. Non riesce a trovare continuità».

 

Su Bellusci: «Ha un contratto in scadenza e vorrebbe il rinnovo, ma abbiamo preso una posizione ad inizio anno e i contratti si discuteranno quando scadranno, al termine della stagione».

 

Su retrocessione e rischio fallimento: «Paure assurde, non falliamo a prescindere da Pulcinelli o altri potenziali acquirenti, l’Ascoli non può fallire, sarebbe troppo grave».

 

Sul budget ridotto: «Qualcuno ha parlato di un ridotto budget causa dei risultati scarsi di quest’anno, ma siamo al 14° posto nel ranking con 250.000 euro in meno rispetto al Catanzaro. Non è corretto dire che non abbiamo fatto investimenti, se poi abbiamo fatto cazzate a livello tecnico, con cambi di ds e allenatori, ci sta. Il responsabile resto sempre e solo io».

 

Sull’iscrizione al prossimo campionato: «Garantirò tutto ciò che mi compete fino a quando sarò qui».

 

Su un eventuale passaggio di mano: «Ogni giorno pare che ci siano tre soggetti interessati, ma poi non si vede mai qualcosa di concreto. Nuovo socio Mancuso? Resto basito che siate così attenti, o forse disattenti. Giuseppe Mancuso è mio amico e socio del mio Gruppo, gestisce un Gruppo con oltre 40 milioni di fatturato, lavoriamo insieme da 30 anni. E’ socio da quando ha rilevato il 12% da “North Sixth Group” ma ve ne siete accorti solo quando questa cosa l’hanno tirata fuori gli ultras due mesi fa. Non siete stati attenti, anzi siete stati superficiali. Mancuso è un socio che mette i soldi insieme a me. Io per il 39% e lui per il 12%».

 

Sui fratelli D’Alessandro e Rabona e sul deficit: «Sono ancora con il 10%, vedo grande coerenza da parte dei soci. Deficit economico del club? I debiti ammontano a 6.9 milioni di euro, 900.000 euro in più rispetto a quanto ho dichiarato a settembre. Sono soldi già pagati a calciatori, dipendenti e fornitori, è tutto a bilancio».


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