Nell’Ast le “Dimissioni protette in integrazione sociosanitaria” sono realtà

Chiara Buondi, Domenico Fanesi, Nicoletta Natalini, Sonia Carla Cicero e Maria Simona Marconi

di Giuseppe Di Marco

Sostenere le famiglie che si prendono cura a domicilio dei propri cari non autosufficienti dimessi dall’ospedale: dal 30 settembre è possibile grazie a un’importante sinergia tra l’Ast Picena e tre dei quattro Ambiti Territoriali Sociali (Ats) presenti in Provincia, che ha permesso la realizzazione del progetto “Dimissioni protette in integrazione sociosanitaria”.

Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato il dg dell’Ast Nicoletta Natalini, il direttore sociosanitario Sonia Carla Cicero e i coordinatori degli Ats Maria Simona Marconi (San Benedetto), Domenico Fanesi (Ascoli Piceno) e Chiara Buondi (Unione dei comuni della Vallata del Tronto).

A partire da fine settembre, le persone con perdita dell’autonomia totale o parziale, ricoverate in un reparto per acuti nei nosocomi o nell’ospedale di comunità del Piceno ad usufruire di questo servizio, in cui è lo stesso reparto a segnalare all’Uvi (Unità di valutazione integrata) il bisogno di organizzare una dimissione protetta del paziente ricoverato. A quel punto l’Uvi esegue una valutazione sociosanitaria e se la condizione clinica della persona è compatibile con la dimissione al domicilio può attivare l’Assistenza medico-infermieristica (Adi) oppure l’assistenza domiciliare da parte di un’operatore sociosanitario che sarà presente a casa anche quotidianamente, per un totale indicativo di 6 ore a settimana.

I possibili beneficiari, nell’alveo dei tre Ats, sono circa 125. Le attività, per un totale di 3.168 ore, verranno erogate entro il 31 marzo 2026, il finanziamento Pnrr è di 330.000 euro.