La partita dal divano: arriva la prima sconfitta in Campionato per l’Ascoli

SERIE C - Un colpo di tacco del giocatore del Ravenna condanna i bianconeri. Tuttavia il gioco espresso dalla squadra di Tomei è spumeggiante e l’ha dimostrata con una padronanza, in campo, costante. E’ solo un incidente di percorso
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di Lino Manni

Prima o poi doveva accadere; prima o poi la prima sconfitta in campionato sarebbe arrivata. E’ successo a Ravenna, la città dove il sommo poeta Dante Alighieri considerato il padre della lingua italiana. Città dove visse gli ultimi anni di vita e dove fu sepolto. Ma l’Ascoli, nonostante la sconfitta, è vivo.

Il gioco espresso dalla squadra di Tomei è spumeggiante e l’ha dimostrata con una padronanza, in campo, costante. E’ solo un incidente di percorso. Un pomeriggio tranquillo sul divano dove non sono mancate le emozioni e dove le aspettative, alla vigilia e negli ottantotto minuti, erano più che positive.

 

Il gol era nell’aria. L’Ascoli ha dato la “solita” lezione di gioco all’avversario: fraseggi, dribbling, tiri in porta e chi ne ha più ne metta. Mister Tomei, stratega e motivatore, si consulta con il suo vice Agostinone discutendo sulle geometrie di gioco da adottare invitando la squadra a salire. D’Uffizi, il cavallo pazzo bianconero, si mangia un gol fatto calciando addosso al portiere avversario. Silipo ci prova con il suo sinistro tagliente, Gori con una bordata dalla distanza: niente da fare.

A centrocampo si macina gioco con Damiani e Milanese a dettare le geometrie e Rizzo, quello con la pinna, a vivacizzare l’azione. Dietro il portiere Vitale sembra un libero vecchio stampo. Curado non abbassa mai la testa mentre Alagna non è più la vecchia “lagna” dello scorso anno.

 

Il gol però non è arrivato anche per un paio di parate decisive del portiere ravennate. Alla fine il punto va anche bene: muove la classifica e allunga la serie positiva.

Invece succede il fattaccio: arriva la doccia fredda. Un colpo di tacco di un “pensionato” del calcio (Okaka 36 anni) condanna i bianconeri. Una vera e propria beffa. Dire che sia stata una sconfitta immeritata è riduttivo. Mettiamoci una pietra sopra, voltiamo pagina e concentriamoci sulla prossima partita senza rinnegare la propria filosofia di gioco.



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