Terremoto in casa Erap, «colpo di spugna» sul CdA: la Regione vuole anticiparne lo scioglimento

ANCONA – Un emendamento presentato dal centrodestra anticipa di quasi un anno la decadenza del consiglio di amministrazione dell'ente: il Consiglio voterà la prossima settimana. L'opposizione: «Decisione inopportuna che infrange ogni norma della buona amministrazione»
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Sergio Cinelli, attuale presidente CdA Erap

Colpo di scena in casa Erap. La Regione Marche, tramite un emendamento presentato in commissione al disegno di legge di stabilità 2026, anticipa di quasi un anno lo scioglimento dell’attuale consiglio di amministrazione dell’ente guidato dal presidente (ascolano) Sergio Cinelli, entrato in carica il 14 agosto scorso. Tale emendamento andrà al voto in Consiglio durante la prossima settimana.

 

La notizia arriva da Maurizio Mangialardi, consigliere regionale PD, che denuncia così il caos interno all’ente pubblico che gestisce gli alloggi pubblici nelle Marche: “La giunta Acquaroli azzera Erap con un colpo di spugna – scrive –Attraverso un emendamento di maggioranza al testo della PdL Stabilità presentato all’ultimo minuto in Commissione Bilancio, la Giunta regionale ha deciso di azzerare il CdA di Erap anticipando di quasi un anno la nomina del nuovo Presidente e del nuovo Consiglio di Amministrazione».

 

DAL 2027 AL 2026 – La modifica normativa – portata in commissione per la legge di bilancio 2026 e firmata dai capigruppo di maggioranza Andrea Putzu (Fratelli d’Italia), Jessica Marcozzi (Forza Italia) e Renzo Marinelli (Lega) – allinea la durata del CdA e del suo presidente al ciclo politico, facendo quindi decadere l’attuale giunta nello stesso momento nel quale sarà costituito il nuovo consiglio regionale, previsto entro il 28 febbraio 2026. Cancellato dunque circa un anno di mandato dell’attuale CdA di Erap, la cui scadenza naturale del mandato sarebbe arrivata nel marzo 2027.

 

Nel suo sfogo (che potete leggere qui sotto), Mangialardi parla di un «azzeramento forzato» dell’organo direttivo che contrasterebbe con i criteri di «buona amministrazione e buona politica». «Ritengo inaccettabile – scrive – che per punire un CdA si proponga una modifica normativa» (l’articolo continua dopo il post).

 

 

Al centro delle tensioni c’è dunque la figura dell’attuale presidente dell’Erap, l’ascolano Sergio Cinelli, nominato pochi mesi fa e spesso critico verso la giunta regionale per le politiche abitative. Negli ultimi mesi infatti Cinelli aveva richiamato l’attenzione sulla scarsità di fondi per manutenzione e riqualificazione degli alloggi pubblici, sollecitando Acquaroli a fornire maggiori risorse e puntualizzando che nel bilancio sarebbero stati stanziati solo 500mila euro per il 2028, senza interventi significativi negli anni precedenti.

 

La situazione interna dell’Erap era comunque già stata problematica: in estate l’allora presidente Saturnino Di Ruscio, vicino a Fratelli d’Italia, si era dimesso dalla presidenza pur restando nel consiglio, ma tra lui e Cinelli si erano verificati scontri anche ufficializzati in una lettera critica firmata da Di Ruscio.

 

Secondo la maggioranza, la norma servirebbe ad evitare futuri conflitti tra giunta e vertici dell’ente, facendo coincidere le nomine con l’inizio della legislatura. L’opposizione, invece, sostiene che la scelta sia stata «dettata dallo scontro in atto tra il governo regionale e l’attuale Presidente», cioè mirata a risolvere specifiche tensioni politiche interne rimuovendo l’attuale dirigenza dell’Erap. «Servono meno scontri interni e più rispetto e ascolto nei confronto dei cittadini che chiedono abitazioni sicure e accessibili», conclude Mangialardi.

 

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