di Adriano Cespi
«In molti parlano di trasparenza, di onestà. Poi vai a spulciare i certificati penali pubblicati nei siti internet di alcuni partiti e certe liste e ti accorgi che diversi candidati consiglieri non hanno una fedina penale specchiata. Anzi, hanno delle vere e proprie condanne. Al contrario nostro, che prima di candidare qualcuno ci siamo informati bene su chi avevamo davanti e sul suo passato giudiziario». Non risparmia nessuno Piero Celani, candidato sindaco del Fronte civico e moderato, alla presentazione della lista “Ascoli per Ascoli” del leader Davide Aliberti. E, in una sala Venere, gremita di aspiranti consiglieri e simpatizzanti, esprime tutta la sua indignazione per quanto sta emergendo dai casellari giudiziali dei 733 candidati. «Spero – attacca Celani – che gli ascolani dedichino un po’ del loro tempo per visionare questi certificati penali pubblicati sui siti internet delle varie liste e si rendano conto delle differenze che ci sono tra noi e gli altri». Stilettata lanciata a qualche avversario, l’ex sindaco passa, così, ai punti programmatici del suo rassemblement civico. «Dico subito che, al contrario di quello che ha fatto il sindaco Castelli, che ha chiuso il Comune ai cittadini io, se gli ascolani vorranno col loro voto, come prima cosa lo aprirò a tutti. Perché la città deve avere un interlocutore col quale confrontarsi e condividere i problemi. Del resto un’amministrazione serve a questo, a risolvere i problemi della gente e non a creare carriere personali”. E la chiusura dell’Arengo verso l’esterno è proprio l’aspetto che, secondo Celani, ha determinato questo «stato di abbandono in cui da anni versa la nostra Ascoli».
«Non solo nei confronti del proprio popolo – accusa Celani – il sindaco Castelli, che mi sento di dire non è il mio sindaco, in questi dieci anni oltre che isolarsi dal resto della città si è isolato anche dal resto della Regione. Quasi scientificamente ha rotto ogni rapporto con quell’Ente proprio per potersi costruire un nemico, un avversario, contro il quale riversare il risentimento degli ascolani. E, invece, se non sei in grado di confrontarti con altri Enti, portando avanti progetti seri e realizzabili, è un tuo demerito. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Lavoro, cultura, assistenza ai disabili: sono tre dei punti sui quali il candidato civico ha incentrato il suo intervento. «Il lavoro va creato e lo si fa con progetti seri. Se non c’è attrattività nessun verrà mai ad investire qui. Ecco su questo noi lavoreremo per rendere appetibile Ascoli agli imprenditori. Magari attraverso degli incentivi, sull’uso dei capannoni industriali, che possano favorire l’insediamento di nuove attività produttive».
Puntualizza Aliberti: «Il rischio che sta correndo questa nostra città è quello di un Castelli ter. La candidatura Fioravanti, infatti, non è altro che una prosecuzione della politica fallimentare portata avanti per la nostra città dall’attuale sindaco. Ma gli ascolani alla fine sapranno giudicare e trovare nella nostra lista il reale cambiamento. Ricordo che abbiamo 15 donne candidate. Riprendiamoci la nostra dignità. Da cittadini liberi».
I CANDIDATI – E così, sulle romantiche note di una canzone di Michael Jackson, nella splendida cornice della sala Venere di Corso Mazzini, 251, uno per uno iniziano a sfilare i candidati consiglieri. Sottolinea Vincenzo Ballatori, ex dirigente del Comune, un passato nella Dc e un’esperienza da consigliere comunale d’opposizione a Colli del Tronto, oltre che rappresentante del Popolo della Famiglia nella lista Ascoli x Ascoli: «La preoccupazione di ogni genitore è quella di riuscire a costruire un futuro migliore ai propri figli. Ebbene, qui ad Ascoli, purtroppo, i giovani per avere un domani sono costretti a lasciare la città e ad emigrare all’estero. Questo deve finire. Dobbiamo ricreare quel benessere e quella sicurezza che hanno contrassegnato la nostra città per decenni e che da qualche anno, purtroppo, non ci sono più». Aggiunge Francesco Cappelli, dipendente comunale in pensione. «Io ho lavorato per anni al servizio del Ventidio Basso. Ricordo che con Celani sindaco e Aliberti assessore riuscimmo a creare delle scenografie per la Tosca talmente apprezzate che ci furono chieste in affitto da molti paesi nel mondo, da Cipro alla Corea. Oggi tutto questo non c’è più. Perché? Ritengo opportuno, quindi, creare dei corsi per Tecnico teatrale e aprire una Scuola di teatro: un modo questo per portare in città molti giovani e ridare slancio al nostro Massimo anche attraverso il riconoscimento di teatro di produzione”. Affronta il tema sicurezza Di Marco, un ex poliziotto: «Il corpo della Polizia Municipale va rafforzato e rilanciato. E’ assurdo che in città si vedano un paio di vigili nei pressi di Piazza Arringo ed un’auto in giro. E le periferie chi le controlla?». In tema disabilità è Claudio Tempera, ex presidente della circoscrizione Centro storico dal 2004 al 2009 con Celani sindaco a dire la sua: «Da sempre opero del sociale – ci spiega telefonicamente, con una certa amarezza, Tempera -, dalla disabilità al trasporto degli anziani, pur facendo un lavoro diverso da quel settore. E in questi anni ho notato un forte calo di interesse nei confronti di questo mondo. Rispetto, invece, a campagne mediatiche che lasciano trasparire tutt’altro. Come ad esempio chi si fa fotografare seduto su una carrozzina a rotelle. Io al contrario preferisco i fatti, la concretezza. Il mio motto è lavorare nel buio». Chiosa Antonio D’Innocenzo: «Per lavoro giro molto l’Italia e ogni volta che mi trovo a Siena, che lo dico subito non ha niente di più di Ascoli, mi domando: ma come è possibile che questa città sia conosciuta ovunque, vanti un flusso turistico incredibile, e la nostra no: anzi non se la fila nessuno. La risposta è semplice: colpa di questi dieci anni di politiche sbagliate se non addirittura assenti da un punto di vista promozionale».
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