di Maria Nerina Galiè
Le cure domiciliari nell’ambito dell’Area Vasta 5 saranno affidate ad un ditta esterna. Ad autorizzare il bando di gara per l’affidamento del servizio per 60 mesi è stata una determina del direttore generale dell’Asur Marche del 21 gennaio 2019. Il termine per la presentazione delle domande è scaduto lunedì 20 maggio ed hanno risposto 8 aziende. L’argomento è un ulteriore motivo di allarme, «che va ad aggiungersi alle numerose problematiche che affliggono la sanità picena», per Maria Calvaresi, segretario generale Funzione Pubblica della Cgil di Ascoli. «L’esternalizzazione dell’Adi – scrive in un comunicato – provocherà una arretramento sul livello di erogazione dell’assistenza, oltre che un incremento della spesa. Il servizio pubblico invece deve essere rivolto a tutti indistintamente». La Calvaresi ha poi aggiunto: «Vediamo ormai tanti disoccupati e pensionati rinunciare alle cure perché non possono permettersele».
«Eravamo convinti – continua la nota sindacale – che il direttore dell’Asur, il presidente della Regione Marche o i referenti territoriali eletti sul territorio fossero almeno disponibili ad un confronto, nel rispetto dei cittadini e dipendenti».
Il documento della Cgil non risparmia di mettere in evidenza altre criticità tra cui «la mancanza di un assetto riorganizzativo e la carenza di personale sia sanitario che tecnico e amministrativo».
«Il 31 maggio – è ancora la Calvaresi che parla – segna la scadenza di diversi contratti a termine che riguardano oltre venti persone. Contratti che vengono sottoscritti o rinnovati per un tempo che va da due mei ad un massimo di sei, creando ovvie difficoltà anche organizzative a chi dalla sera alla mattina deve ad esempio confermare o disdire un alloggio. Nell’Area Vasta 5 siamo sotto organico di operatori sanitari, infermieri e di ben sessanta medici, tra cui primari e medici d’urgenza. La cosa desta non poca preoccupazione perché temiamo concretamente che tra poco saremo sul punto di non vedere più garantiti ai cittadini la continuità assistenziale e gli adeguati livelli di prestazione sanitaria. Ed a fronte di tutto ciò nessuno, nella nostra Area Vasta, sembra preoccuparsene, anzi rileviamo un incremento di attenzione e di feeling che la Regione ha verso la sanità privata, in particolare nel Piceno».
Un altro motivo di protesta per l’organizzazione sindacale è il fatto che, a ridosso dell’estate e quindi dell’aumento della popolazione sulla costa, «non sia ancora stato pianificato il potenziamento dei settori e reparti più sensibili al maggior afflusso di utenti» si legge ancora nel comunicato. E infine l’appello: «Chiediamo che tutte le forze politiche regionali e locali si facciano realmente carico dell’emergenza sanitaria, convocando le parti al fine di predisporre una piattaforma d’intervento risolutiva».
«Può capitare a tutti di perdere la salute e, non avere la certezza di sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno, qualche pensiero lo dovrebbe destare» conclude la Calvaresi.
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