Tre uffici postali ascolani chiusi (via Dino Angelini, via San Serafino e via Fabio Filzi), altri a scartamento ridotto (via Sassari e frazioni). Risultato? File paurose davanti a quelli superstiti come la sede centrale di via Francesco Crispi e quello di “Ascoli 2” in viale Indipendenza con decine e decine di ascolani in coda. Le foto scattate questa mattina sono eloquenti e non lasciano spazio a interpretazioni. Per il monento, secondo fonti di Poste Italiane, non ci sono segnali di riapertura almeno per questa settimana con buona pace degli utenti costretti ad aspettare al sole che si fa sempre più caldo. Gli uffici sono stati chiusi anche su pressing dei sindacati dopo i casi dei postini morti in Lombardia. Non mancano altre “chicche” sicuramente determinate dallo stress a cui sono sottoposti gli addetti in questi mesi di pandemia. Nei giorni scorsi, un’anziana pensionata ascolana, infatti, si è vista negare per ben due volte la consegna della pensione all’ufficio postale di via Crispi poiché aveva con sé un documento di identità scaduto. Peccato che il Decreto “Cura Italia” del 17 marzo scorso e le successive circolari hanno prorogato le scadenze dei documenti al 31 agosto 2020. E così la donna è stata lasciata per ben due volte senza soldi e senza la possibilità di fare la spesa. E’ scattato anche un reclamo alla sede centrale di Roma delle Poste tramite un’associazione dei consumatori anche perché…errare è umano, perseverare….no.
rp
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