«Sono a dir poco stupito e nutro un forte sgomento per quanto è emerso dagli organi di stampa e dalle notizie, seppur non ufficiali, provenienti dalla Regione Marche».
Comincia così lo sfogo di Fabio Urbinati (Italia Viva), dopo l’esito delle elezioni regionali che lo vedono fuori dal consiglio regionale per far posto a Maurizio Mangialardi (che era candidato alla presidenza), dopo cinque anni trascorsi a Palazzo Raffaello.
Fabio Urbinati
«Due sono gli aspetti che ritengo stiano inficiando la legittimità delle recenti elezioni regionali -continua-. Seppur eletto come consigliere, per far giustamente posto al candidato presidente della mia coalizione, il seggio a me spettante verrebbe di fatto assegnato ad un candidato che, all’esito delle elezioni, ha riportato un voto di lista inferiore a quello del mio partito. Ciò sulla base di un algoritmo che, secondo gli addetti ai lavori, è a dir poco discutibile».
«Cosa ancor più grave e disdicevole è che sempre in forza dello stesso algoritmo, in spregio alla legge elettorale regionale, si priva il territorio del Piceno di un consigliere legittimamente eletto -ribadisce Urbinati-. Infatti, poiché la suddivisione regionale in circoscrizioni prevede un numero di consiglieri proporzionale al numero degli abitanti, quella di Ascoli ha diritto a 4 consiglieri».
«Tuttavia oggi, secondo le proiezioni ufficiose, il territorio avrebbe solo 3 consiglieri a dispetto della circoscrizione di Ancona che, invece dei 9 previsti per legge, si troverebbe ad occupare 10 seggi -conclude-. Con questa logica, oltre il danno la beffa. Per la prima volta nella storia una città come San Benedetto non solo non sarebbe rappresentata da un suo concittadino nel consiglio regionale, ma, per assurdo, quello legittimamente eletto sarebbe sostituito da un consigliere della provincia di Ancona. Sulla base di queste premesse valuterò ogni opportuna azione volta a tutelare la mia legittima nomina come consigliere regionale affinché possa rappresentare il mio territorio».
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