di Diego Morone
La pandemia covid ha stravolto tutte le abitudini del sistema scolastico, anche gli studenti ascolani si sono adattati e così con loro anche le grandi tradizioni. L’esempio perfetto è quello dei “cento giorni”, festa collocata appunto nel centesimo giorno che precedente l’esame di maturità.
Il rito è un gesto di pura scaramanzia per studenti e studentesse delle quinte classi delle Superiori.
La sua origine si perde negli anni. La mattina dei “cento giorni” gli studenti usano riunirsi e vestirsi con delle tute bianche portando con sé dei grandi sacchi pieni di sale, con il quale scriveranno poi frasi di incitamento, o il nome della propria classe, di fronte al plesso al quale appartengono, chiudendo con il lancio del sale stesso dietro alle spalle.
Vista la situazione attuale, era più che pronosticabile la pressoché totale assenza di studenti di fronte alle scuole. Ma qualcuno ha scelto comunque di essere presente, di fronte al proprio plesso e nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie.
Altri hanno invece preferito incontrarsi online, condizionati anche dal divieto di spostamento verso i capoluoghi di provincia. Lo hanno fatto via Meet, con un simpatico e originale brindisi di auguri a distanza.
Riunirsi in collegamento sulle stesse piattaforme utilizzate per le lezioni è diventato quotidianità. Farlo però per celebrare una data così cara agli studenti, dimostra tutta la serietà dei ragazzi che hanno evitato di creare assembramenti, ma allo stesso tempo si sono ancorati alle loro tradizioni dimostrando, ancora una volta, grandi capacità di adattamento e un forte senso di responsabilità.
Le interpretazioni per i “cento giorni” sono state molto diverse fra loro, ma sicuramente tutti gli studenti, che si sono fra l’altro visti privare per causa di forza maggiore delle gite previste nel quinto anno, recupereranno questi attimi di aggregazione e di felicità collettiva non appena sarà possibile.
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