I relatori del convegno di Confartigianato
di Giulia Sancricca
(foto di Fabio Falcioni)
Le conseguenze che la guerra in Ucraina sta portando alle piccole e medie imprese del settore moda delle Marche. La richiesta di intervento nel breve e nel lungo termine da parte degli imprenditori e delle associazioni di categoria. Sono stati questi i principali temi al centro del convegno che si è tenuto ieri pomeriggio (14 aprile) nella sede di Confartigianato Macerata.
“Moda, come affrontare la crisi russo-ucraina. Progetti, strategie e programmi per superare l’emergenza”. Questo il titolo dell’incontro che è stato una occasione per gli imprenditori per relazionarsi con il presidente nazionale della Moda di Confartigianato Fabio Pietrella e la presidente regionale Confartigianato Moda Moira Amaranti. Con loro, il presidente ed il segretario di Confartigianato Marche Emanuele Pepa e Gilberto Gasparoni, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini e il presidente della Provincia di Macerata Sandro Parcaroli.
Il convegno è stato coordinato da Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, con il saluto di Enzo Mengoni, presidente interprovinciale Confartigianato.
Fabio Pietrella
Tra gli ospiti anche i parlamentari delle Marche Mauro Lucentini, Mirella Emiliozzi, Lucia Albano, Giuliano Pazzaglini, Francesco Verducci e il sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili.
«Vorremmo tentare di intrecciare gli strumenti messi in campo da Regione e Camera di Commercio – ha detto Giorgio Menichelli, segretario Confartigianato Macerata – soprattutto per le imprese che risentono della crisi dovuta alla guerra e per i quali c’è bisogno di velocità. Spesso ci si dimentica che le partite iva non solo solo capannoni e macchinari, ma anche e soprattutto persone».
Emanuele Pepa
Ha ammesso la difficoltà di trovare soluzioni in questo momento Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche. «Il settore del tessile e della moda è forse quello più colpito – ha ammesso – . Prima la pandemia, poi i rincari, ora guerra: tutti problemi che stiamo affrontando da buon artigiani, cercando di ascoltare il territorio e stando vicini alle imprese. Abbiamo iniziato collaborando con Cna e alcuni feedback sono già arrivati: con la Regione c’è stato subito un appeal, ora l’appello è al governo».
Lo stesso Gilberto Gasparoni, segretario regionale di Confartigianato, ha sottolineato la necessità di «ricevere attenzione e aiuto da parte di tutti: dalla Regione che può intervenire per certe iniziative, dalla Camera di Commercio che già si è attivata, ma anche dal Parlamento. La presenza di Fabio Pietrella, presidente nazionale di Confartigianato, è il segno tangibile della volontà di mettere in campo iniziative concrete».
Giorgio Menichelli
Tra queste, l’annuncio da parte di Gino Sabatini, del tandem attivato da Camera di Commercio e Regione: «Sono stati messi in campo tre milioni di euro, per metà dalla Regione Marche e per metà dalla Camera di Commercio, come risposta al settore della moda. A questo si aggiunge un ulteriore contributo che la Regione vorrà stanziare per coprire integralmente le spese che le piccole e medie imprese del settore dovranno affrontare per partecipare alle fiere internazionali».
L’appello più accorato quello di Moira Amaranti presidente nazionale settore calzatura di Confartigianato: «Siamo all’ennesima crisi. Siamo passati da una grande sofferenza a una estrema difficoltà. Spero che non sia fatale. Sono stanca di sentir dire che micro e piccoli imprenditori della zona non sono capaci. Non siamo sprovveduti altrimenti saremmo già morti da tempo. La crisi dura da vent’anni e dal 2014 abbiamo già perso il 55 percento di export verso la Russia. Siamo riusciti a sopravvivere e portare il made in Italy alt nel mondo. Le Marche sono la seconda regione per l’export verso la Russia e solo per le calzature rappresentiamo il 33 percento export del 2021 di tutto il comparto moda. Si parla di 36.11 occupati. Non sono briciole, ma un vero allarme sociale.
Moira Amaranti
A noi, che siamo definiti “scarpari”, c’è stato detto di trovare altri mercati, ma noi non rifiutiamo un mercato solvente e fidelizzato come quello russo ci permette di fare grandi fatturati. Bisogna essere onesti nel fare le analisi: il settore più colpito, non dalla guerra ma dalle sanzioni, dovute e doverose, riguarda le aziende che esportavano maggiormente in Russia. Questo crea un fermo di produzione e la cancellazione totale di un intero mercato non può essere rimpiazzata nel breve periodo. Abbiamo bisogno di strumenti: ci hanno detto che in passato non c’erano le condizioni, noi vogliamo sapere se oggi ci sono. Una azienda che subisce le conseguenze delle sanzioni non può essere equiparata alle altre – ha detto – . Dobbiamo ottenere una diminuzione di oneri fiscali. Le aziende si sono già indebitate per la pandemia, non si può chiedere loro di indebitarsi ulteriormente».
Sulla stessa linea Fabio Pietrella, presidente nazionale di Confartigianato moda «Abbiamo ribadito la necessità della convocazione del Tavolo Moda per un focus sulle Marche e sulle altre regioni che lavorano nel comparto, perché siamo a rischio desertificazione dell’intera filiera. È il momento giusto per mettere i territori in condizione di poter sopravvivere. Il futuro è incerto, i risultati dipendono da politiche nazionali. Servono, intanto, risorse urgenti sul medio periodo, sistematiche, perché per andare oltre a questa crisi non bastano contributi “usa e getta”. Bene, ad esempio, una decontribuzione almeno del 50 percento sulla prototipia, così come la decontribuzione sul costo del lavoro. Abbiamo, insomma, bisogno di un timone, di una strada tracciata».
Sandro Parcaroli
Tanti i numeri che restituiscono un quadro preoccupante del settore nelle Marche.
«La guerra in Ucraina – i dati di Confartigianato – sta coinvolgendo in pieno il comparto moda, primo settore di export in Russia per le Marche, un comparto che conta 4.240 micro e piccole imprese con 24.374 addetti.
La nostra, infatti, è la seconda regione in Italia per peso dell’export della Moda in Russia sul valore aggiunto regionale, pari allo 0,30%, ma al contempo la Moda è l’unico comparto della manifattura con esportazioni che rimangono inferiori al livello 2019, con una flessione ancora consistente pari al -18,1%.
A livello provinciale, la Moda registra una diminuzione generalizzata rispetto al precrisi del 2019, anche se le province di Pesaro e Urbino con il -5,7% e di Macerata con il -9,9% mantengono la flessione al di sotto della doppia cifra percentuale. Ancona è al -18,8%, Ascoli Piceno -24,5%, Fermo -23,5%.
Si tratta del primo comparto per esportazioni in Russia delle Marche, con vendite nel 2021 pari a 115,6 milioni di euro (37,6% del totale). Le conseguenze del precedente conflitto russo-ucraino di otto anni fa, con le prolungate sanzioni economiche alla Russia, si sono però scaricate sulle esportazioni verso il paese che, tra il 2013 e il 2021, cumulano nelle Marche una perdita del 57,6%.
Tra le province maggiormente esposte sul mercato russo, l’export della Moda in Russia supera il punto percentuale del valore aggiunto del territorio a Fermo con 1,47%, poi Macerata con 0,52%, Ascoli Piceno con lo 0,13% del valore aggiunto, Ancona con lo 0,06% e Pesaro e Urbino con lo 0,05%».
Presenti i parlamentari Mirella Emiliozzi, Mauro Lucentini e Giuliano Pazzaglini
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