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Sblocco dei crediti: “modello Treviso” la chiave per liberare i cassetti fiscali

LA CNA di Ascoli Piceno: «Coinvolgere gli enti locali per salvare le imprese»
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Con circa 100.000 cantieri potenzialmente inattivi in tutta Italia, quasi 40.000 imprese della filiera delle costruzioni costrette a convivere con lo spettro del fallimento e un giro di affari da 8 milioni di euro imbrigliato nei cassetti fiscali di tutta Italia, il blocco alla cessione dei crediti che si protrae ormai da mesi rischia di compromettere le prospettive future di migliaia di imprese e famiglie anche nel Piceno.

 

In assenza di segnali di apertura da parte di ambienti bancari e degli enti preposti, la Cna di Ascoli ribadisce la forte preoccupazione per le sorti di un tessuto imprenditoriale che con fiducia ha scelto di ricorrere a un meccanismo apparentemente virtuoso che oggi tuttavia appare irrimediabilmente inceppato, alimentando un pericoloso clima di incertezza.

 

Mario Schiavi

«La situazione è completamente bloccata – conferma Mario Schiavi, titolare dell’impresa edile “Crivedil” di Monsampolo del Tronto – e ormai è possibile lavorare solo con i plafond concessi fino alla scorsa estate dal nostro istituto di credito. Ad oggi, purtroppo, il superbonus non funziona e non consente di programmare né a breve né a medio-lungo termine. Lo stesso dicasi per l’incentivo in relazione al sisma e alla ricostruzione per il finanziamento delle quote di accollo, dato che attualmente nessun istituto finanziario è disposto a scontare i crediti».

 

In questo senso, sebbene sia ormai piuttosto evidente l’incapacità del mercato della cessione dei crediti di funzionare in modo efficiente, è inammissibile che a pagare a carissimo prezzo un’incomprensibile incongruenza normativa siano le stesse imprese che hanno anticipato per conto dello Stato l’ammontare dei bonus di cui beneficiano condomini e famiglie.

 

Per queste ragioni, sulla scia dell’esempio virtuoso fornito a livello nazionale da alcune Province italiane e in piena condivisione con i rappresentanti del mondo delle imprese, la Cna di Ascoli ha intensificato il dialogo con gli enti locali per individuare insieme la soluzione a un problema che inevitabilmente condiziona in negativo la quotidianità di chi fa impresa.

 

Dal punto di vista dell’associazione, in particolare, il “modello Treviso” – con l’acquisizione di crediti derivanti da bonus edilizi dagli istituti di credito da parte della Provincia o della Regione – consentirebbe di sbloccare definitivamente il meccanismo della cessione del credito, garantendo benefici sensibili anche agli enti coinvolti.

 

Si tratterebbe, infatti, di un’operazione lungimirante che andrebbe a perseguire principalmente due obiettivi: da un lato le banche locali liberano i loro cassetti, così da poter tornare ad acquistare crediti dalle imprese, e dall’altro l’Ente acquista i crediti con un sensibile “sconto” e il vantaggio di risparmiare in termini di spesa corrente.

 

In questo modo, con i cassetti fiscali finalmente liberi, le imprese vedrebbero allontanarsi l’incubo dei fallimenti annunciati, dei cantieri abbandonati e della disoccupazione, mentre le famiglie coinvolte potrebbero vedere finalmente conclusi i lavori di riqualificazione. Una soluzione che la Cna di Ascoli ha formalmente presentato alla Provincia di Ascoli e, congiuntamente alle altre associazioni territoriali marchigiane, alla Regione Marche.

 

Arianna Trillini e Francesco Balloni

Arianna Trillini, presidente Cna Ascoli: «La proposta che in questi giorni stiamo avanzando sul territorio consentirebbe di dare ossigeno a decine di migliaia di imprese della filiera, assicurando ai cittadini il completamento dei lavori avviati. Si tratta di un meccanismo in cui tutti vincono, da attivare al più presto per tornare a garantire stabilità a un tessuto imprenditoriale in forte difficoltà».

 

Francesco Balloni, direttore Cna Ascoli: «In una fase delicata come quella che stiamo vivendo – – è opportuno che tutti gli attori economici, sociali e istituzionali remino nella stessa direzione, per il bene del territorio e della nostra comunità. Le nostre imprese hanno creduto fortemente in un incentivo che ora, senza un intervento tempestivo da parte delle istituzioni, rischia di rappresentare la parola fine per molte realtà imprenditoriali. Come associazione non possiamo permetterci di tradire la loro fiducia e continueremo a lavorare al fianco delle aziende e degli enti locali per liberare una volta per tutte i cassetti fiscali».


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