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Assemblea dei sindaci, manca il numero legale: Loggi: «Persa l’occasione per affrontare concretamente i problemi della Sanità picena»

ASCOLI - Il presidente della Provincia, promotore dell’incontro, non fa sconti a nessuno. Non hanno accolto l’invito a partecipare né Saltamartini né la Carignani. Presenti solo 13 rappresentanti dei Comuni, quindi la conferenza non ha avuto potere di deliberare. Presenti invece tutti i sindacalisti, pure delusi ma pronti a ribadire tutte le rivendicazioni
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di Maria Nerina Galiè

 

Parte malissimo la prima assemblea dei sindaci dopo l’epocale passaggio da Area Vasta ad Ast, convocata dalla Provincia di Ascoli, per affrontare le numerose problematiche che attanagliano la Sanità picena, ed anche su richiesta della organizzazioni sindacali.

Il terzo incontro a livello provinciale che non ha portato gli effetti sperati.

Assenti numerosi primi cittadini, tanto che non si è raggiunto numero legale per arrivare ad una delibera.

«Abbiamo perso un’occasione importante», ha commentato Sergio Loggi, presidente della Provincia, senza nascondere il rammarico.

 

Non hanno accolto l’invito l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e neppure la commissaria straordinaria di Ast Ascoli, Vania Carignani. Ancora Loggi: «La mia idea era portare avanti un documento, per poi iniziare un discorso con la Regione, che non c’è. Cosi come non è presente la Carignani. Erano le parti “più importanti” in questa sede. Solo un vero confronto porta ad un dialogo costruttivo. Ed oggi doveva essere il momento per un confronto istituzionale, su un tema fondamentale per la vita delle comunità locali come è la Sanità».

 

C’erano invece i rappresentati di tutte le organizzazioni sindacali, le consigliere provinciali Aurora Bottiglieri e Luciana Barlocci, e primi cittadini o loro delegati dei Comuni di Palmiano, il sindaco Giuseppe Amici, di Castignano il sindaco Fabio Polini, di Offida il sindaco Luigi Massa, di Montefiore dell’Aso il sindaco Lucio Porrà, di Montedinove il sindaco Antonio Del Duca, di Folignano il sindaco Matteo Terrani, di Maltignano il sindaco Armando Falcioni, di Acquasanta il consigliere Fabrizio Fantuzzi, di Rotella l’assessore Piero Esposto, di Cossignano il vice sindaco Antonio Mascitti,  di Force il vice sindaco Fabio Flamini e i vice sindaci di Ascoli, Gianni Silvestri, e San Benedetto, Tonino Capriotti.

A questi ultimi due, in particolare, si è rivolto Loggi, nel chiedere di coordinare le operazioni per la nomina del presidente dell’assemblea dei sindaci: «Io non ho titolo, per essere qui ora a parlare di Sanità. Non è più rinviabile portare avanti scelte, in termini risorse e progettualità. I cittadini vogliono risposte concrete e noi sindaci (loggi è primo cittadino di Monteprandone, ndr) dobbiamo assumerci le nostre responsabilità in materia».

Poi, Loggi, prima di lasciare la parola ai sindacalisti, che pure hanno espresso biasimo per l’assenza di Saltamartini e Carignani, ritrovando una sorta di unitarietà di intenti che sembrava perduta, è entrato nel merito della questione:
«Non possiamo parlare solo di nuovi edifici e della loro localizzazione, così destinati a rimanere vuoti di persone e servizi. Alla Sanità picena servono medici, infermieri e mezzi di soccorso.

Il grido di allarme parte dagli operatori sanitari. La politica non può ignorare una tale situazione».

 

Ad esporre il quadro, davanti ai primi cittadini, sono i sindacalisti che da tempo chiamano a raccolta le istituzioni per far luce sulle criticità,  di tipo economico e, come tali, in grado di condizionare l’organizzazione ed un’efficiente erogazione dei servizi.

 

Viola Rossi (Cgil funzione pubblica) ha ricordato il taglio delle risorse per il personale, in ragione piano previsionale, deliberato a dicembre «con oltre 200 dipendenti a tempo determinato, destinati molto probabilmente ad andare a casa, con il conseguente accorpamento dei servizi e unità operative smantellate. Forse per avvantaggiare privato?
Parliamo poi delle indennità accessorie, per cui non i fondi sono risultati insufficienti. Nessuno ci ha dato più risposte dopo aver intavolati una sorta di accordo con la Regione, prima delle elezioni politiche. Poi si è bloccato tutto e da allora abbiamo avuto solo vaghe promesse, l’ultima da parte di saltamartini il 20 dicembre.

Ora l’Ast ha la sua autonomia giuridica ed economica, ma tutto ciò che si può risolvere a livello locale, viene ostacolato. Dalle indennità ai tempi vestizione, riconoscimenti oltretutto previsti dal contratto nazionale.

Con il precedente direttore Esposito era stato sottoscritto un accordo, per il pagamento di quanto maturato fino ad oggi: la nuova commissaria non ci ha dato riscontro sull’avanzamento di questo accordo».

 

A darle manforte sull’argomento è anche Giorgio Cipollini (Cisl funzione pubblica): «Parliamo di circa 4.000 euro a dipendente per il pagamento delle indennità dal 2018. L’attuale amministrazione sanitaria deve riconoscere gli impegni presi dalla precedente, come avviene in ogni azienda».

 

«Il sistema Asur, penalizzante e ingessato, di certo doveva essere modificato – sono ancora le parole di Cipollini – la nuova compagine politica, coerente con promesse fatte, ha cancellato l’Asur ma lo ha fatto in maniera affrettata, istituendo le Ast senza porsi il problema delle maggiori risorse necessarie per far funzionare nuovo assetto. Allora ha avuto bisogno di apportare tagli alla spesa sanitaria. Come? Togliendo risorse al territorio più debole, il  nostro, caratterizzato dall’atavico “scontro” tra Ascoli e San Benedetto e dove la classe politica fa spallucce. E’ un caso che nel Piceno risiede il 50% della Sanità privata dell’intera regione?»

 

Ancora Rossi e Cipollini, sul blocco delle graduatorie per l’assegnazione degli incarichi di funzione: «Bloccata anche la riorganizzazione dei servizi, fatto che ha ulteriormente compromesso il clima già teso che si respira all’interno delle Unità Operative». 

Entrambi, come tutti i loro colleghi sindacalisti, hanno rivolto un accorato appello ai sindaci: «Fate sentire la vostra voce in Regione, è necessaria un’azione sinergica»

 

Sulla stessa scia gli interventi di Benito Rossi (ugl Salute) e Paolo Sabatini che ha ricordato anche l’importanza della proroga delle graduatorie degli infermieri.

«Nel Piceno ci sono tre grossi problemi sul tema Sanità – ha schematizzato Roberto Fioravanti (Cgil) – e sono: il sottofinanziamento pro capite, calcolati su 211.000 residenti, mentre se curiamo oltre 250.000 tra turisti e  mobilità attiva; il sottofinanziamento dei fondi contrattuali; l’alta presenza del privato».

 

«A livello di personale – ha ribadito Mauro Giuliani (Usb) – nel Piceno i servizi sono inadeguati per assolvere i livelli essenziali di assistenza.

E’ assordate oggi l’assenza dell’assessore regionale. E’ stato lui a fare la nuova riforma regionale, sopprimendo l’Asur. Eppure abbiamo ricevuto a dicembre l’ultimo schiaffo, con la determina  sul fabbisogno del personale. Insieme a voi – ha detto rivolgendosi ai sindaci –  dobbiamo ripartire proprio da qui,  dal budget per il nostro territorio.

 

 Questa è la sede per discutere di precari e stabilizzazioni del personale. E di servizi per i cittadini, servizi che mancano o a rischio di smantellamento.

Incarichi di funzione e fondi contrattuali, è vero, sono problemi sindacali. Mentre il fabbisogno di personale e servizi, riguardano tutti i cittadini. E’ su questo argomento che e dovete chiedere alla Regione per i cittadini del Piceno».

 

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