facebook rss

Tempo di pagelle anche per la Sanità: Marche tra le undici regioni “promosse”

REPORT - I dati elaborati dalla Fondazione Gimbe, che ha preso in esame le valutazioni del Ministero della Salute sulla erogazione delle prestazioni offerte: nonostante la pandemia, nel 2020 sono stati raggiunti gli obiettivi
...

MalattieInfettive_Reparto_Covid_FF-4-400x267

 

di Sandro Renzi

 

Nonostante la pandemia, nel 2020 la Sanità marchigiana ha raggiunto gli obiettivi. I dati elaborati dalla Fondazione Gimbe, che ha preso in esame le valutazioni del Ministero della Salute sulla erogazione delle prestazioni sanitarie offerte dalle venti Regioni, premiano anche le Marche. Sono undici, infatti, le Regioni promosse, ovvero che hanno rispettato i livelli essenziali in tutte e tre le categorie: oltre alle Marche ci sono Friuli Venezia Giulia, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Provincia di Trento e Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. Inadempienti tutte le altre dieci.

 

Attraverso i cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket, il Ministero stila una vera e propria “pagella” per i loro servizi sanitari «che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e bocciate (inadempienti)» afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. I dati esaminati si riferiscono nello specifico al 2020 quando scoppiò la pandemia covid.

 

In totale sono 22 gli indicatori suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera. Per ciascuna area viene assegnato un punteggio tra 0 e 100 e le Regioni vengono considerate adempienti se raggiungono un punteggio pari o superiore a 60 in ciascuna delle tre aree mentre con un punteggio inferiore a 60 anche in una sola area la Regione viene classificata inadempiente.

 

In ogni caso quello che è emerso è ancora il gap Nord-Sud nonostante il primo sia stato maggiormente colpito dalla pandemia. Inadempienti risultano Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Valle D’Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; la Calabria insufficiente in tutte le tre aree.

 

lista1

 

«Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica nel Nord del Paese  – commenta il presidente Cartabellotta – anche la nuova “pagella” conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria». Interessante notare che se alcune Regioni occupano posizioni simili nelle tre aree, documentando livelli omogenei di adempimento o non adempimento, per altre esiste un’importante variabilità delle performance tra le aree. Gimbe ha inoltre sintetizzato in un unico punteggio le valutazioni degli adempimenti Lea, così da stilare una sorta di classifica tra le sanità regionali. «Rispetto all’essere adempiente o inadempiente – commenta Cartabellotta – il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi due quartili si trovano 7 Regioni del Nord, 3 del Centro e nessuna del Sud, mentre nell’ultimo quartile, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni sono del Sud».

 

lista2

 

Un focus è stato infine dedicato alle differenze tra il 2019 ed il 2020 al fine di valutare l’impatto della pandemia sui punteggi totali delle Regioni, oltre che sui tre macro-livelli assistenziali. Rispetto al 2019, nel 2020 i punteggi totali sono peggiorati in tutte le Regioni, fatta eccezione per la Provincia autonoma di Trento e la Valle d’Aosta, e ciò a conferma del fatto che la pandemia ha messo sotto stress sostanzialmente tutta la sanità italiana. A subire di più l’area della prevenzione dove si registra un gap massimo tra il 2020 e il 2019 (-263 punti), quindi in quella ospedaliera (-150 punti); al contrario l’area distrettuale nel 2020 fa rilevare un lieve miglioramento (+5 punti). «Il crollo della prevenzione – conclude il presidente Cartabellotta – è l’inevitabile conseguenza sia degli esigui investimenti in quest’area, sia del fatto che il personale già limitato in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella gestione dell’emergenza pandemica».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X