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«Gli allevatori terremotati potranno tenere le stalle provvisorie»: l’annuncio di Castelli a Tipicità

SISMA - La buona notizia dal Commissario alla Ricostruzione durante il convegno di apertura delle kermesse di Fermo. Esulta Coldiretti. La presidente Gardoni: «Svolta epocale»
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Gli allevatori terremotati potranno rendere definitive le strutture installate dopo il terremoto per aumentare la produzione.

Insieme all’annuncio di un piano per 19 invasi artificiali nel cosiddetto Piano Laghetti, già depositato in Regione, è questa la grande novità che gli agricoltori attendevano e che è stata ufficializzata nel corso di “Marche, un territorio di eccellenze e valori”, il convengo organizzato da Coldiretti Marche dedicato a “la sfida della sicurezza idrogeologica e della disponibilità di acqua”, evento di apertura di Tipicità oggi, 11 marzo, al Fermo Forum alla presenza anche del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

 

«Sono strutture ben fatte e gli allevatori che le avevano ricevute per mantenerle avrebbero dovuto demolire i vecchi ricoveri danneggiati – ha spiegato Guido Castelli, Commissario straordinario per la ricostruzione – Ci siamo confrontati a lungo e ora sarà ora possibile mantenere la stalla provvisoria con la possibilità di tenere l’esistente. L’agricoltura va sostenuta».

Dopo le scosse del 2016 erano stati installate 126 alloggi per allevatori (Mapre), 304 moduli stalla, 90 stalle realizzate direttamente dagli allevatori e 253 fienili. Strutture che in qualche caso hanno migliorato le condizioni di lavoro sotto il profilo funzionale, igienico sanitario e di benessere degli animali rispetto alle condizioni pre sisma. Le vecchie strutture potranno essere recuperate, consolidate e messe in sicurezza.

 

«Un punto di svolta epocale per ridare dignità agli agricoltori e agli allevatori colpiti dal terremoto» lo ha definito la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni. Novità anche per quanto riguarda le risorse idriche. Nelle Marche un terzo dell’acqua viene dispersa in una rete idrica vetusta che andrebbe recuperata. Meglio rispetto alla media italiana ma comunque troppo se pensiamo ad anni sempre più siccitosi come lo scorso 2022 quando sulla nostra regione è piovuto un 20% in meno rispetto alla media storica.

 

L’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini ha anticipato che sono stati previsti 34 milioni di euro per interventi sulla rete idrica regionale.

Dal canto suo Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica ha spiegato che è già sul tavolo della Regione Marche un progetto per la realizzazione di 19 invasi artificiali, il cosiddetto Piano Laghetti.

«Abbiamo messo a confronto una filiera istituzionale di spessore per un tema molto sentito come la risorsa acqua – ha concluso la presidente Gardoni – senza non ci sarebbero le tipicità. Un servizio ecosistemico complesso che non è solo agricolo ma idroelettrico, idropotabile che va gestito con spirito di collaborazione. Coldiretti parla da anni di Piano Laghetti e oggi questo interessa tutta l’opinione pubblica. Parlare di acqua significa di parlare cibo e quindi del futuro economico e politico dell’Unione Europea. Gli imprenditori agricoli producono cibo ma gestiscono anche il territorio. È la storia, la nostra cultura e anche qui nelle Marche hanno sempre potuto gestire il territorio e gli ambienti fluviali. Mi auguro che ci possa essere un superamento di quelle ideologie che oggi lo impediscono».

Un grande momento di approfondimento aperto dai saluti istituzionali del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, e del presidente della Camera di Commercio regionale, Gino Sabatini, e che ha coinvolto anche Francesco Vincenzi (presidente Anbi) e Francesco Battistoni (vicepresidente Commissione Ambiente della Camera), Luigi D’Eramo (Sottosegretario all’Agricoltura).

 


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