«Partiamo col piede sbagliato: se queste sono le premesse, gli effetti non potranno che essere deleteri per il nostro territorio. Abbiamo atteso trent’anni, possiamo aspettare altri tre mesi e fare della nuova legge urbanistica delle Marche uno straordinario progetto condiviso, al passo con i tempi, capace di tutelare realmente il territorio e, contemporaneamente, migliorare la qualità della vita dei cittadini».
Così tuonano Ance Marche, Confindustria Marche, Confartigianato Imprese Marche e Anaepa-Confartigianato Marche, Cna Marche e Cna Costruzioni Marche dopo l’approvazione da parte della Commissione regionale Governo del Territorio della Proposta di legge urbanistica.
«Il tema del governo del territorio è di rilevanza strategica e non dev’essere sottovalutato – affermano le associazioni regionali di categoria – mentre il testo presentato è il risultato di un approssimativo copia e incolla dei principi contenuti nei disegni di legge nazionale, senza che sia stato fatto alcuno sforzo per declinarne la portata in funzione delle peculiarità dei nostri territori».
Diverse le osservazioni. Per le associazioni «raggiungere gli obiettivi di “saldo zero” del consumo di suolo non è sufficiente stabilirne la quantità massima consumabile, ma occorre valutare attentamente lo “stato dell’arte” della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica, nonché la programmazione relativa alla realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche e degli interventi a supporto dei sistemi produttivi locali e dei distretti industriali».
«Quella che auspichiamo è una politica di pianificazione incentrata sulla rigenerazione del territorio – osservano le rappresentanze dell’imprenditoria marchigiana – capace di programmare e attuare nella nostra regione un profondo rinnovamento del patrimonio edilizio che vada nella direzione della crescita economica, della sostenibilità ambientale e della sicurezza.
È indispensabile, pertanto, strutturare un insieme di incentivi per rendere integralmente sostenibile la rigenerazione e consentirne un’attuazione veloce e diffusa.
Servono semplificazioni procedurali, flessibilità delle destinazioni d’uso ed agevolazioni economiche capaci di attrarre ed attivare risorse private, essenziali per l’attuazione degli interventi.
Nelle Marche, nel corso dell’ultima decade, gli immobili hanno subito un forte e incessante deprezzamento.
Di contro, si è assistito a un continuo e costante rialzo dei costi di costruzione che ha interessato, non solo il settore privato, ma anche quello delle opere pubbliche, tanto che assistiamo al paradosso per cui il prezzo di vendita di un manufatto residenziale, in molti casi, non copre i costi di realizzazione».
Un’altra grande incertezza è dettata dalle disposizioni che accompagneranno il passaggio dall’attuale sistema di pianificazione alla nuova disciplina in procinto di approvazione.
Per le associazioni regionali «le norme transitorie appaiono piuttosto farraginose e, per i prossimi anni, si profila all’orizzonte un consistente rallentamento dell’attività edilizia.
Per comprendere che la transitorietà riguarderà ben più dei quarantotto mesi previsti, basta vedere cos’è successo in Emilia-Romagna o Toscana.
Ci auguriamo – concludono – che vengano applicati opportuni correttivi per ottenere una legge funzionale ed efficiente, in grado di offrire certezza del diritto a istituzioni, operatori economici e cittadini c’è ancora tempo, non ci si può nascondere dietro la scadenza del “Piano Casa” prevista per fine anno. Altrimenti, meglio attendere la normativa nazionale evitando di venire penalizzati da una legge figlia della fretta».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati