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«In tempi di incertezza e precarietà è anacronistico risparmiare sulle assunzioni»

ASCOLI - La denuncia di Usb e Nursind che, nero su bianco, scrivono alla Regione e ai sindaci di Ascoli e San Benedetto: «La  Corte dei Conti ha evidenziato 12 milioni di euro in meno rispetto al tetto di spesa del personale» 
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Maurizio Pelosi (Nursind) e Mauro Giuliani (Usb)

Un inizio anno burrascoso in Ast Ascoli, dove le organizzazioni sindacali non demordono su diverse questioni legate a precariato, carenza di personale e tavoli di trattative.

Si riparte da come si era chiuso il 2023 (leggi qui e qui), con  Usb e Nursind che scrivono alla Regione e ai sindaci di Ascoli e San Benedetto denunciando «gravi irregolarità e di “arroganza” come l’esclusione illegittima della Rsu dalla trattativa, dopo l’incontro in Prefettura, procedendo unilateralmente, in contrasto con le disposizioni di legge e contrattuali, all’incontro con le organizzazioni sindacali che hanno sospeso lo stato di agitazione e non con tutte quelle che hanno firmato il contratto nazionale».

 

I sindacalisti parlano poi della presunta «spartizione di 600.000 euro di premialità da parte dei dirigenti sanitari dell’Azienda, senza atto di delibera e riguardo al quale chiediamo l’avvio di un’indagine interna», come denunciato da Luciano Agostini, ex parlamentare del Pd (leggi qui).

 

«La Corte dei Conti – si legge ancora nella nota sindacale di Mauro Giuliani (Usb) e Maurizio Pelosi (Nursind) – ha relazionato che la Regione Marche ha speso 12 milioni di euro in meno rispetto al tetto di spesa del personale, per cui ogni “risparmio” sulle assunzioni è anacronistico oltre che scelta politica scellerata vista la situazione di carenza di personale  e questa situazione mette a rischio il funzionamento dell’azienda sanitaria e dei servizi sanitari sul territorio.

Risultati: le irregolarità sopra citate hanno determinato una situazione di grave incertezza e precarietà per i lavoratori dell’Azienda.

In particolare, l’esclusione della Rsu dalla trattativa ha impedito ai rappresentanti dei lavoratori di partecipare alla battaglia per la salvaguardia dei posti di lavoro dei precari, con gravi ripercussioni sulla loro tutela e la conseguente trattativa per il loro licenziamento.

La relazione della Corte dei conti ha evidenziato che la Regione Marche non ha garantito la copertura finanziaria del tetto di spesa, necessario per il personale dell’Azienda, con il rischio di ulteriori precarietà e di inefficienze. La relazione evidenzia che non è reale la “scusa” del tetto del personale e non si comprende una politica di ulteriori “risparmi” per l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli, che ha già un organico sottodimensionato.

Riteniamo pertanto che la relazione della Corte dei conti sia un’occasione, un dovere, per la Regione Marche per rivedere le proprie politiche in materia di personale».

 



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