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«Riorganizzazione fa rima con riduzione nella Sanità Picena: da due a un solo tecnico di Radiologia nei Pronto Soccorso la notte»

ASCOLI - A lanciare l'allarme sono stati i sindacalisti di Cgil e Cisl Salute Pubblica, Fials, Nursind Up e Ugl Salute, in un incontro per ribadire quanto il problema economico si rifletta sulla gestione degli ospedali: «In un anno abbiamo perso 89 professionisti, di cui 20 medici e 69 del Comparto. E la situazione peggiorerà, rischiano di compromettere la qualità dell'assistenza, a danno dell'utente, e aumentando il rischio legale per gli operatori»
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I sindacalisti di Cgil e Cisl Salute Pubblica, Fials, Nursind Up e Ugl Salute

 

di Maria Nerina Galiè

Mancano le risorse economiche: c’è questo alla base dei mali della Sanità picena. E si “riorganizza” il personale, ma in realtà si taglia, con il rischio di compromettere la qualità dell’assistenza, a danno dell’utente, e aumentando il rischio legale per gli operatori.

E’ questo, in soldoni, quanto rilevato dai sindacalisti di Cgil e Cisl Salute Pubblica, Fials, Nursind Up e Ugl Salute, all’incontro di oggi, 15 aprile, nel quale hanno annunciato che non rimarranno con le mani in mano di fronte «a quello che si configura sempre di più come una inesorabile riduzione di personale».

Non lanciano strali contro l’Ast o la Regione, i sindacalisti sono ben consapevoli dei problemi, economici appunto, «e vecchi, riversati sulla nuova gestione», ha ricordato Stefano Sudati (Cgil).

«Sebbene – ha affermato Viola Rossi (Cgil) – le azioni che la Giunta regionale sostiene di portare avanti per l’abolizione del tetto di spesa sul personale non sembrano così incisive. Hanno parlato di oltre 3 milioni per l’abbattimento delle liste di attesa: ma sono sulla legge Bilancio».

L’ultimo campanello di allarme, comunicato ai sindacati nell’incontro con la direzione è stata la riduzione – dal 22 aprile – da due a un tecnico di Radiologia, presente la notte nei Pronto Soccorso di Ascoli e San Benedetto. «Come motivazione – hanno spiegato Sudati e Simone Clerici (Cgil), trovando d’accordo tutti i colleghi presenti all’incontro – è stato addotto il fatto che la mole di lavoro nelle 12 ore notturne non giustifica la presenza di due professionisti. Ma sappiamo bene che al Pronto Soccorso il lavoro va in base all’esigenza del momento.

E, non funzionando bene la medicina territoriale, è evidente che aumentano le richieste di prestazioni da Pronto Soccorso, che infatti sono in netto aumento. Mille in più ogni anno dal 2019 a tutto il 2023.

Vogliamo dire che molte di queste prestazioni non sono “appropriate”? Non dimentichiamo che negli anni del Covid non ne sono state fatte. Ora gli utenti vogliono legittimamente recuperare. Vogliamo dire che sono tutti inutili?

Poi, la rimodulazione del servizio avviene proprio a ridosso dell’estate, quando la popolazione decuplica.

E’ stato anche tolto il secondo tecnico reperibile  che copriva l’Emodinamica, al “Mazzoni”. Quindi che si farà in caso di necessità?».

Dai dati in mano ai sindacalisti, nel 2019 i tecnici di radiologia erano 30 al “Mazzoni” di Ascoli e 22 al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Oggi sono 25 ad Ascoli e 19 a San Benedetto, persi tra pensionamenti, recessi volontari e incarichi non rinnovati: «Quella che chiamano “riorganizzazione” è solo un modo di farsi bastare il personale a disposizione».

«Inutile comunicare, da parte di Ast, nuove assunzioni o le proroghe. La realtà – hanno ribadito Rossi, Giorgio Cipollini (Cisl) e Benito Rossi (Ugl)- è che in un anno, quindi dal primo gennaio 2023 al primo gennaio 2024 abbiamo perso 89 figure professionali, di cui 20 medici e 69 del Comparto, cioè infermieri, oss e tecnici di laboratorio.  

E’ preoccupato Roberto Tassi del sindacato degli infermieri Nursing Up: «Si parla tanto di valorizzare sul piano professionale la figura dell’infermiere, che la stessa legislazione vede come un professionista autonomo, svolgendo un servizio pubblico e refertando. Tanto per citare degli esempi sono pubblici ufficiali il triagista, che assegna i codici di priorità al Pronto Soccorso, o il collega che inserisce un Picc (un catetere venoso centrale).

Ma tutti gli infermieri sono responsabili per processo assistenziale, nell’ambito del quale sono chiamati a garantire gli standard qualitativi, diversamente ne rispondono in sede civile e personalmente in sede penale. Di certo rimodulazioni e tagli non vanno in questa direzione». 



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