di Lino Manni
Senza parole. Ogni commento è superfluo dopo la partita dell’Ascoli con il Pontedera, ieri domenica 12 ottobre.
Inutile cercare il pelo nell’uovo: non c’è.
Il divano, di questo passo, a fine campionato, lo posso dare indietro come nuovo. Se da una parte in panchina c’era l’ex e indimenticato bianconero Leonardo Menichini, dall’altra c’era la mano di…Leonardo di ser Piero da Vinci: scienziato, inventore, artista… uno dei più grandi geni italiani.
Già perchè l’Ascoli può considerarsi uno scienziato (del pallone), un filosofo (del gioco), un architetto (per le manovre), un disegnatore (di geometrie), uno scenografo (delle posizioni in campo), un matematico (dei risultati), uno scultore e un pittore…di vittorie.
Insomma un Ascoli alla pari di tutto quello che era il grande Leonardo nato nel 1452 ad Archiano da Vinci. Ma lasciamo da parte la storia, la fantasia e torniamo alla realtà. Alla attualità.
Contro il Pontedera è stata una sinfonia bianconera. Subito nella meta campo avversaria, possesso palla prolungato, geometrie. Meglio della playstation 5. Nella prima mezzora l’arbitro non ha mai fischiato. Al primo trillo, punizione dal limite. E Rizzo Pinna toglie la tela di ragno dalla porta alla destra del portiere ospite. Poi il brutto anatroccolo, ovvero D’Uffizi, diventa imprendibile e fa gioire i diecimila presenti al Del Duca.
Tanta gente allo stadio era da anni che non si vedeva. E’ un Ascoli come Penelope che tessa la tela nell’attesa del ritorno di Ulisse…pardon del gol. E gli avversari, i proci, nell’arco dei novanta minuti cadono sotto i colpi dei bianconeri.
Dopo il riposo, nella ripresa non c’è storia: altri gol, di ottima fattura, fino in ultimo quando la squadra di Agostinone, pardon Tomei, cala il…Joker con il bomber Corazza che dal dischetto sigla il quinto gol.
E’ un Ascoli che fa paura, bello da guardare come la Gioconda di Leonardo da Vinci.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati