Contributi “Decreto Sostegni”, dati falsi nelle domande: società nei guai per autoriciclaggio e truffa aggravata

ASCOLI - Operazione "Fondo perduto" del Comando provinciale della Guardia di Finanza. Denunciata una società che ha ottenuto 150.000 euro per l'acquisto di un automezzo pesante a nome di un soggetto giuridico pugliese. Le Fiamme Gialle: «Fondi nel Piceno e camion nel Foggiano» 
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Proseguono incessanti gli interventi del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli, che fa capo al colonnello Michele Iadarola, tutti orientati prioritariamente alla ricerca e repressione delle frodi in danno del bilancio nazionale, regionale e locale, nel settore dei contributi a fondo perduto previsti dal “Decreto Sostegni”.

 

Il colonnello Michele Iadarola

La normativa, come noto, ha introdotto contributi direttamente erogati dall’Agenzia delle Entrate e destinati ai soggetti economici, esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo titolari di partita Iva, colpiti dalla crisi economica, conseguente alle restrizioni imposte dall’emergenza covid, e che hanno visto un decremento di almeno il 30% dell’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 rispetto all’analogo dato riferito al 2019.

 

Le indagini sono state condotte dalle Fiamme Gialle in diverse località del Piceno ed hanno permesso di accertare la falsità dei dati inseriti, in questo caso, nella domanda presentata telematicamente da una società all’Agenzia delle Entrate che, negli anni presi a base per la quantificazione del contributo, a fronte di marginali volumi d’affari conseguiti nell’anno 2019 e, addirittura, zero nel 2020, ha autocertificato falsamente ricavi rispettivamente per oltre 4 milioni di euro e per circa 1 milione di euro.

 

Mediante l’utilizzo dell’istanza presentata con dati falsi, la società ha indebitamente ottenuto il contributo a fondo perduto di 150.000 euro. “Fondi nel Piceno e camion nel Foggiano” è la conclusione a cui sono giunti i finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria di Ascoli visto che parte dei contributi illecitamente percepiti sono stati impiegati per fini estranei all’attività della società, ovvero con l’acquisto di un camion effettuato a nome di un soggetto giuridico pugliese, rendendosi quindi responsabile anche del reato di autoriciclaggio, oltre che di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

 

Il corretto impiego dei fondi pubblici aiuta la crescita produttiva e occupazionale. E la Guardia di Finanza, quale
organo di polizia economico-finanziaria, ha il compito di intercettare le condotte illecite per tutelare il bilancio
dello Stato e degli enti locali e contribuisce ad arginare l’impatto negativo della crisi economico-sociale conseguente all’emergenza pandemica e sostenere il rilancio del Paese.


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