I Carabinieri del Piceno festeggiano la patrona “Virgo Fidelis”

PER LA ricorrenza è stata scelta l'Abbazia dei Santi Benedetto e Mauro a Monsampolo del Tronto. Messa celebrata dal vescovo della Diocesi di Ascoli Gianpiero Palmieri
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Questa mattina, lunedì 21 novembre, il Comando provinciale dei Carabinieri di Ascoli ha celebrato la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma. Per farlo hanno scelto l’Abbazia dei Santi Benedetto e Mauro a Monsampolo del Tronto. La messa è stata celebrata dal vescovo della Diocesi di Ascoli, Gianpiero Palmieri.

 

Folta la rappresentanza di Carabinieri, Carabinieri Forestali e membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Presenti anche componenti delle Associazioni d’arma, autorità militari (il 235° Reggimento Piceno) e civili: la Prefettura (il vice prefetto vicario), la Provincia (il presidente Sergio Loggi), il Comune di Monsampolo (il sindaco Massimo Narcisi), di Ascoli (il vice sindaco Gianni Silvestri), di San Benedetto (il sindaco Antonio Spazzafumo) e di Spinetoli.

 

Il vescovo Palmieri, nella sua omelia, ha evidenziato il fondamentale valore della fedeltà  dei Carabinieri: fedeli alla Patria, alle Istituzioni, alla legge e soprattutto agli uomini e alle donne di questo Paese. Al termine della messa, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Giorgio Tommaseo, ha ricordato che nella stessa giornata dedicata alla Virgo Fidelis, si commemora anche l’81° anniversario della Battaglia di Culqualber e si celebra la “Giornata dell’Orfano”.

 

Quest’ultima rappresenta per i Carabinieri e per l’Opera Nazionale di assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri un’occasione di concreta vicinanza alle famiglie dei colleghi caduti. Tommaseo si è soffermato sul significato della cerimonia ricordando che la celebrazione della “Virgo Fidelis” risale all’8 dicembre 1949, quando Papa Pio XII promulgò il Breve Apostolico per proclamare ufficialmente la “Virgo Fidelis, Patrona dei Carabinieri”, fissando la data della ricorrenza al 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio di Gerusalemme e della Battaglia di Culqualber.

 

La scelta della celeste Patrona dell’Arma è ispirata alla fedeltà propria di ogni Carabiniere che serve la Patria, caratteristica dell’Arma dei Carabinieri dalla fondazione sino ai giorni nostri e sintetizzata nel motto “Nei secoli fedele”, proprio come quella del 1° Battaglione Mobilitato Carabinieri e Zaptiè che, il 21 novembre 1941, si sacrificò a Culqualber in una delle ultime cruente battaglie nell’Africa Orientale.

 

A seguito di tale fatto, fu conferita alla “Bandiera dell’Arma” la seconda Medaglia d’Oro al valor militare con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.

 

 


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