di Alessandro Giacopetti
Ricostruire idealmente e fisicamente il ponte tra Monterubbiano e Montefiore dell’Aso, crollato nel dicembre di 5 anni fa a causa del forte maltempo. Con questa intenzione il comitato spontaneo di cittadini per la ricostruzione del ponte ha organizzato una manifestazione proprio lungo il corso del fiume Aso. Poco dopo le 15, persone giunte sulle due sponde del fiume, dai due comuni ma anche da quelli vicini, si sono date la mano unendosi in una catena umana che ha riunito momentaneamente due lembi di terra separati dall’istante di quel crollo. Quel 2 dicembre del 2013 il cui ricordo è ancora stampato nella memoria di molti di coloro che oggi si sono tenuti per mano, bagnandosi nelle acque dell’Aso. Uno degli obiettivi della manifestazione era riportare attenzione pubblica sul vergognoso stato di stallo nel quale si trova la ricostruzione dell’importante collegamento.
Secondo Maurizio Stampatori, abitante di Rubbianello: “una manifestazione pacifica e ironica, visto che i nostri politici di ironia ne hanno avuta parecchia in questo lasso di tempo. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi, non vediamo nessuno che venga qui a spiegare a che punto sta la pratica del ponte. Oggi con delle scale e con ironia abbiamo creato un ponte semovente. Tanti i danni economici alle attività economiche del posto, – racconta Maurizio Stampatori – 5 o 6 delle quali hanno chiuso. Non c’è collegamento più tra Montefiore e Monterubbiano. Gente che si conosce da una vita non si vede da 5 anni. Anche le abitudini sono cambiate”.
Una manifestazione patrocinata dal Comune di Montefiore dell’Aso. Presente il sindaco Lucio Porrà. “La variante andava fatta per forza, invece, secondo i tecnici della Provincia di Ascoli si deve andare avanti con lo stesso progetto. Anche dopo che sono crollati ulteriori piloni. Per legge, poi, oggi non si può ricostruire il ponte con campate di 16 metri ma almeno di 28 metri. Ancora più bello verrebbe con la campata unica. Bellissima e pacifica la risposta della popolazione, mirata a riaccendere i riflettori su questa zona”. Nessuna fiducia da parte del sindaco Porrà e di buona parte della popolazione, sull’esito positivo della riunione tecnica convocata nella sede della Provincia di Ascoli Piceno per martedì 16 ottobre tra rappresentanti dell’ente e del raggruppamento temporaneo di imprese incaricate dei lavori”.
Tra i cittadini presenti alla manifestazione anche proprietari di aziende locali. Tra questi Stefano Centanni titolare della ditta di calzature Ida con 16 dipendenti: “Grandissimi i problemi a seguito del crollo del ponte. Noi lavoriamo con persone del territorio di Monterubbiano, e se prima dovevamo fare 500 metri ora dobbiamo fare un giro molto più lungo. Andare dagli operai che lavorano a domicilio è divenuto molto più costoso. Per non parlare dello stato di totale abbandono in cui versano le strade per arrivare a Monterubbiano e a Fermo, strade pericolose soprattutto d’inverno e nei giorni di maltempo”.
Altra attività molto vicina al ponte è quella di Roberto Ripà, della florovivaistica Ripà: “5 anni sono troppi – spiega – e il ponte era usato per far passare clienti e consegne. Il centro è quello di Rubbianello, per raggiungere il quale prima bastavano 500 metri, ora servono 7 chilometri. Per fortuna la maggior parte delle persone ha capito il problema. Qualche cliente l’abbiamo perso e anche con il ponte nuovo, più passa il tempo più riprenderli sarà difficile”. Una manifestazione pacifica, dove abitanti delle due sponde dell’Aso si sono ritrovati, alcuni con volti rassegnati, altri con ancora tanta rabbia, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine a controllare la situazione. “Oramai il ponte non lo rifaranno mai più”, ha anche sussurrato qualcuno in preda allo scoramento per l’assenza di notizie sui passaggi burocratici cui è sottoposto l’appalto. Un ponte che fino a 5 anni fa univa due province, Fermo e Ascoli. Enti che andranno alle elezioni a fine mese e i cui presidenti Canigola e D’Erasmo erano assenti. Presenti tra gli altri, anche il vicesindaco di Petritoli, Marco Vesprini e la consigliera regionale, Marzia Malaigia.
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