Diagne durante il suo breve soggiorno ascolano
di Bruno Ferretti
Dopo 12 giorni di preparazione precampionato a Cascia, lo staff tecnico dell’Ascoli, guidato dall’allenatore Mario Petrone, ritenne che Mbaye Diagne, attaccante senegalese arrivato in prova dalla Juventus, non potesse essere utile alla causa. E lo congedò. Era il 31 luglio del 2015. L’attaccante di colore aveva giocato a Brandizzo (Pima categoria), Bra (Serie D), nell’Ajaccio (in Francia), nell’Al-Shabab (negli Emirati Arabi) e in Belgio con Lierse e Westerlo. La Juventus a quel punto cedette Diagne per 200.000 euro all’Ujpest, in Ungheria, dove realizzò 11 gol in 14 partite.
Eccolo con la maglia del Galatasaray
Dopo aver giocato due anni anche in Cina con il Tianjin Teda, lo riportò in europa il Kasimpasa (squadra turca della massima divisione) dove realizzò tanti gol fino a convincere il Galatasaray ad acquistarlo per ben 10 milioni di euro. Attualmente Diagne (27 anni, 193 centimetri di altezza) è in lotta per lo scudetto con la principale squadra turca ed è capocannoniere del campionato con 28 gol in 25 partite. Il senegalese, inoltre, è in corsa per la conquista della “Scarpa d’oro” al quarto posto dietro big come Messi, Mbappè e un altro ex Ascoli, Fabio Quagliarella.
Da qualche mese è diventato anche un pilastro della nazionale senegalese guidata dal CT Aliou Cissé. All’Ascoli resta il rimpianto di non aver capito il talento di questo attaccante che ora è richiesto dai principali club europei. E di aver rinunciato a lui con troppa leggerezza. Un grave errore di valutazione.
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