Candidati sindaci,
confronto con l’Antidegrado
Forum farcito di veleni e polemiche

ASCOLI - Il Coordinamento cittadino aveva convocato i sette aspiranti alla poltrona di primo cittadino. Ma la squadra si presenta incompleta (Celani fa pervenire risposte scritte) e poi conclude il faccia a faccia dimezzata per i saluti anticipati di Fioravanti e, a seguire, di Frenquellucci
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Umberto Cuccioloni e Nazzareno Galanti del Coordinamento Antidegrado con i candidati sindaci Nardini, Fioravanti e Frenquellucci

di Giorgio Tabani

«C’è un giornalista in sala? Ah, menomale… La ringrazio immensamente e non aggiungo altro!». Dopo quest’affermazione di Nazzareno Galanti, la sala congressi della “Casa della Gioventù” di Ascoli risuona dell’applauso più prolungato della serata. L’occasione è quella del dibattito fra i sette candidati sindaci promosso dal Coordinamento Antidegrado per Ascoli animato da Galanti, che riunisce da dieci anni le principali associazioni cittadine allo scopo di combattere ogni forma di degrado urbano. La polemica, quando le risposte alla decina di domande preparate dall’associazione non sono nemmeno arrivate alla metà, ha come bersaglio non i presenti, bensì gli assenti. Fin dall’inizio è assente Piero Celani che, impegnato in Consiglio regionale, ha inviato delle telegrafiche e generiche risposte scritte. L’altro candidato di centrodestra, Marco Fioravanti, lascia la sala dopo una ventina di minuti, ma la goccia che fa traboccare il vaso è l’uscita dalla sala, dopo altri dieci minuti, del candidato di centrosinistra Pietro Frenquellucci. Uno spettatore (presenti in sala qualche decina di cittadini) si alza e dice: «Questo è il vero degrado, parlano tanto di ascolto e partecipazione ma poi di fronte all’associazionismo ascolano fuggono perché hanno di meglio da fare».

Le prime domande dell’incontro, infatti, si sono proprio concentrate sul ruolo che dovranno assumere le associazioni nella gestione della cosa pubblica sotto la nuova Amministrazione. E tutti hanno concordato, pur con sfumature e sensibilità diverse, sull’importanza di un confronto serrato e continuo fra politica e società civile. Giorgio Ferretti di Casapound ha ricordato che loro sono nati come associazione e che, però, non ci dovranno più essere censure come quelle che sta subendo la loro area, ad esempio all’ultimo Salone del Libro di Torino. Massimo Tamburri ha sottolineato che, con una gestione a 5 Stelle, fra le associazioni non ci saranno più come in passato figli e figliastri a seconda delle simpatie politiche. Inaspettata la critica a Castelli di Fioravanti, che ha ammesso l’autoreferenzialità dell’Amministrazione uscente.

Sostanziale concordia anche su una questione dirimente, ovvero quella del degrado e sulle modalità per affrontarlo. Se nessuno pensa alla creazione di strutture specifiche (se non uno sportello antidegrado rivolto ai cittadini presso la Polizia Locale per Ferretti), tutti hanno promesso un impegno attivo dell’assessorato all’Ambiente. Ferretti ha sottolineato la necessità di individuare e punire chi imbratta con i graffiti, oltre all’esigenza di garantire il decoro urbano tramite uno specifico regolamento. Tamburri ha suggerito di accompagnare al “bastone”, che peraltro finora è mancato, anche la “carota”: «Si potrebbe pensare a concorsi, ad esempio sulla “rua più bella” per favorire l’interessamento di tutti i cittadini alla questione, sentendola di più come propria». Alberto Di Mattia di “Fuori dal tunnel”, Tamburri e soprattutto Emidio Nardini di “Ascolto e Partecipazione” si sono focalizzati sull’importanza di dare una risposta dal basso, partecipata e culturale al fenomeno del degrado. Bisogna sì ripartire dalle scuole ma, più in generale, per Nardini «occorre rendere i cittadini nuovamente partecipi, in modo concreto e diretto, perché a questo profondo decadimento, anche umano, si deve rispondere con un metodo nuovo, rivoluzionando l’attuale rapporto governanti-governati».

Tutti contrari all’ospedale unico di vallata, con la vistosa eccezione di Frenquellucci. Tamburri ha denunciato gli interessi speculativi legati alla nuova infrastruttura, rivendicando di essere l’unica forza politica presente in Consiglio comunale a essere stata contraria fin dal principio, mentre centrodestra e centrosinistra provavano a spartirsi la torta. Per Frenquellucci si dovrebbe trattare in modo serio la questione: «Parliamo di una distanza di 7/8 minuti dalla città e senza chiudere gli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Non è, quindi, un rischio ma un’opportunità». Nella sua replica Ferretti ha però ricordato come ad Ascoli faccia riferimento un bacino che non è solo quello cittadino, ma anche quello della montagna: «Se perdiamo anche l’ospedale, per quanto ancora saremo il capoluogo di provincia?».

Sulla pratica Unesco Di Mattia ha accusato: «Se in questi decenni nessuno l’ha portato a termine, evidentemente chi ci ha amministrato aveva interessi diversi da quelli della città». Nardini ha richiamato un episodio che l’ha visto diretto testimone: «Da consigliere comunale d’opposizione mi sono trovato, insieme ad altri 4/5, nella Sala della Ragione ad accogliere dei rappresentanti dell’Unesco in visita alla città: evidentemente sconcertati, se ne sono andati. Il riconoscimento di Ascoli come Patrimonio dell’umanità portava dei vincoli che probabilmente a qualcuno stavano troppo stretti». Tamburri ha sottolineato di averne parlato col ministro Bonisoli, che ha recentemente visitato Ascoli e che appoggerà l’iniziativa, e ha anche lui raccontato un aneddoto: «Un commissario Unesco mi ha detto: “Ma davvero pensate di chiedere il riconoscimento come Città del travertino rifacendo le pavimentazioni in pietra serena?».

xxx


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