di Luca Capponi
Il cuore che si strugge in volo, la mano invisibile che carezza, percezioni che vibrano nell’aria. Applicare in maniera mirabile la poesia alla settima arte (o viceversa): se mai ciò sia accaduto, è accaduto ne “Il cielo sopra Berlino“. Il film di Wim Wenders, uscito nel 1987, rappresenta una delle massime espressioni (non solo) del cinema europeo, miglior regia a Cannes, Bruno Ganz e Solveig Dommartin nei panni di due angeli che vagano nella Berlino ancora divisa dal muro, incrociando esistenze, solitudini, dolore, amore.
Spendere la parola capolavoro non è affatto azzardato. E per chi non avesse mai avuto modo di ammirare quest’opera, occasione propizia per farlo sul grande schermo arriverà il 5 e 6 novembre alle 21,15, nel doppio spettacolo previsto al Nuovo Cineteatro Piceno. Il film, infatti, torna nelle sale in una versione restaurata in 4K, che dovrebbe renderne ancora più entusiasmante la visione.
“Il cielo sopra Berlino” ha avuto un seguito uscito nel 1993 e diretto dallo stesso Wenders, dal titolo “Così lontano così vicino”. Sul remake statunitense “City of angels” con Nicolas Cage e Meg Ryan (1998), invece, meglio non dire niente.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati