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Vescovo e istituzioni in preghiera
per le vittime del Covid-19

EMERGENZA CORONAVIRUS - Una cerimonia intensa presieduta da monsignor Giovanni D'Ercole affiancato dal sindaco Marco Fioravanti e dal questore Paolo Maria Pomponio. Il vescovo ha ricordato i religiosi tra i morti a causa del Coronavirus. Tutte le foto
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Un momento della benedizione all’interno della cappella del cimitero. Da sinistra, don Carlo Lupi, il vescovo Giovanni D’Ercole e il sindaco Marco Fioravanti

 

Foto di Andrea Vagnoni

E’ già difficile dire addio ad un persona cara, immaginiamo come può esserlo senza stargli accanto quando esala l’ultimo respiro, non una parola di addio, di conforto, per poi seppellirlo senza un funerale. Il nemico ora universalmente riconosciuto come Covid-19 colpisce su tutti i fronti. Alle vittime del Coronavirus, ma anche a tutti coloro che se ne sono andati su un letto di ospedale senza nessuno accanto oggi, 27 marzo, il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole ha dedicato la preghiera e la benedizione nel cimitero comunale di Borgo Solestà, rispondendo all’appello della Conferenza Episcopale Italiana nel celebrare il “Venerdì della misericordia”.

Il vescovo D’Ercole ed il questore Paolo Maria Pomponio

L’alto prelato è stato accompagnato dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti (affiancato a sua volta da un rappresentate della Protezione Civile), dal questore Paolo Maria Pomponio, da don Carlo Lupi, parroco di San Giacomo della Marca, dal cappellano dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli don Francesco Simeone e dal cappellano del cimitero padre Pietro Capoccia.  Vicini nello spirito, ma distanti di almeno un metro come regolamento vuole, e tutti muniti di mascherina, si sono stretti nella recita del Rosario e nel ricordo dei defunti del posto e delle zone più colpite. Il vescovo ha ricordato anche le numerose vittime tra i religiosi, almeno 50 i soli sacerdoti nel nord Italia, tra cui il 72 anni di Bergamo che ha eroicamente rifiutato il ricovero in terapia intensiva, per lasciare il posto libero ad altri. Una cerimonia breve ma intensa, sotto una pioggia battente che però non basta a lavare via il virus che può bussare, da un momento all’altro, all’uscio delle case di tutti che per questo è bene tenere serrato. Affinchè all’emergenza non si aggiunga il dolore della perdita.

m.n.g.

 



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