I volontari della Croce Rossa durante il “rito” delle medicine alla farmacia D’Avella di Colli del Tronto (Foto Vagnoni)
di Renato Pierantozzi
La vita dietro al bancone è cambiata tra pannelli di plexiglas, entrante contingentate o clienti serviti a “battenti chiusi”. Dallo scoppio della pandemia mondiale causata del Covid-19 in prima linea ci sono anche i farmacisti che hanno garantiti h24, sette giorni su sette il servizio di distribuzione dei farmaci pur con tutti i timori del caso e senza ricevere bonus come quelli (meritati) dati al personale sanitario.
«Sono cambiate le abitudini dei consumatori – dice ad esempio il dottor Ugo Quartaroli che è anche consigliere dell’Ordine dei Farmacisti e conduttore della trasmissione “Pillole di salute” su Radio Ascoli – magari oggi viene una persona che compra le medicine per tutta la famiglia ed anche noi stiamo cercando di agevolare la situazione stampando le ricette con i codici.
Ugo Quartaroli
Sin da subito inoltre abbiamo iniziato a produrre il gel per le mani quando non si trovava da nessuna parte. Anche se il farmacista non si può sostituire al medico per le cure soprattutto per chi prende più di un farmaco».
Quartaroli affronta anche il caso delle mascherine. «Ora si trovano con più facilità – dice – ma resta ancora l’Iva al 22% come quella di una Ferrari. Sui prezzi poi lo Stato potrebbe anche imporli come fa nel caso di alcuni prodotti galenici. Non dimentichiamo che ora la produzione italiana ha costi di manodopera più alti, vengono chiesti pagamenti in anticipo e qualcuno che le regala poi magari non indossa quelle che dà ai cittadini. Poi per qualcuno della categoria che non si comporta bene tutti quanti vengono additati come speculatori»
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