Piccoli Comuni,
Acquaroli incontra il coordinamento:
«Condivisione per rilanciare le Marche»

IL PRESIDENTE è intervenuto nella videoconferenza convocata da Anci regionale. Tre i macrotemi presentati dal coordinatore Augusto Curti: la gestione dell’emergenza Covid, la ricostruzione post sisma e banda ultralarga
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Francesco-Acquaroli

Francesco Acquaroli

«Costruire una visione condivisa che renda le Marche partecipi e protagoniste di un grande progetto di rilancio del territorio e della comunità regionale». È l’invito che il presidente Francesco Acquaroli ha rivolto in occasione della riunione del coordinamento piccoli Comuni – coordinatore Augusto Curti, sindaco di Force che nell’occasione ha fatto anche da moderatore – e unioni di Anci Marche, convocato in videoconferenza.

All’ordine del giorno tre macrotemi che interessano tutti i piccoli Comuni presentati dal sindaco Curti a partire «dalla gestione dell’emergenza Covid, tema che si interseca con quello complessivo della gestione dei servizi socio-sanitari sul territorio – ha detto – alla ricostruzione post sisma che nel 2021 vivrà il suo anno di svolta soprattutto per quella privata e grazie al lavoro congiunto tra Anci, Regione e commissario Legnini, fino alla questione della banda ultralarga la cui introduzione accusa ritardi notevoli».

Acquaroli ha auspicato «un recupero delle potenzialità inespresse o male espresse dalle Marche, per abbracciare una visione e una progettualità costruita assieme.

Partendo dal tema dell’unione di piccoli comuni, la cui spinta non può venire solo dalla necessità di accorpare servizi o di beneficiare dei contributi previsti. Unire due comunità significa unire due identità, due culture e due tradizioni. Significa unire due percorsi per migliorare la capacità di vincere le sfide che abbiamo davanti».

Secondo il presidente delle Marche, il successo «dipenderà dall’abilità di rilanciare l’intera regione sul piano culturale, sociale, economico e dei servizi offerti, non puntando su singole scelte, ma recuperando una visione unica».

Augusto Curti

Alcuni input la Regione li ha proposti: «dal progetto dell’albergo e del commercio diffuso che prenderanno forma nelle prossime settimane, a un’agenzia che guardi al turismo e all’internazionalizzazione con una visione integrata, all’evoluzione delle politiche europee come strumento a servizio delle piccole comunità, a un nuovo piano sociosanitario dove i sindaci, protagonisti del territorio, possano ribaltare un sistema finora accentratore, per restituire una visione della rete ospedaliera più vicina alle comunità locali».

Acquaroli non nasconde che le sfide siano complicate.

«Presuppongono un’adesione non solo politica ma istituzionale, come in quella della filiera della ricostruzione, dove non c’è chi vince e chi perde, ma solo l’esigenza di raggiungere un obiettivo comune. Le Marche hanno perso forza attrattiva che dobbiamo recuperare, rendendo protagonisti e partecipi tutti i nostri territori».

Gli interventi dei sindaci membri del coordinamento regionale dei piccoli comuni hanno contribuito ad aggiungere altri spunti come quello dei servizi nell’accezione ampia del termine. Dalle scuole, ai trasporti, al turismo, all’agricoltura, al presidio sanitario, sollevando anche il caso di quei Comuni della media collina che, essendo fuori dal cratere sismico ed essendo stati esclusi da tutte le misure di contribuzione che il Governo destina ai piccoli Comuni, si trovano in una situazione di non avere fondi a disposizione.

Il presidente della Regione Marche ha anche auspicato un prossimo incontro in presenza, sempre nel rispetto rigoroso delle normative anti-contagio, ma che consenta di aprire un tavolo di lavoro che porti a definire le priorità sulle quali lavorare congiuntamente partendo dagli input già ricevuto i questa prima occasione di confronto.


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