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Vaiolo delle scimmie, arrivati i vaccini: ecco a chi andranno le prime dosi

VIRUS - Si tratta per ora di 160 fiale nelle Marche. La Regione: «Non sarà una campagna di massa, la situazione non lo richiede». Il punto con il dottor Angelini (Dipartimento di prevenzione Area Vasta 5) 
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Il dottor Claudio Angelini

 

di Maria Nerina Galiè

 

Sono arrivati oggi nelle Marche i vaccini per il vaiolo delle scimmie: le prime 160 fiale sono state ritirate dal deposito nazionale a Roma.

 

Da un’epidemia all’altra? «Certamente no. Il vaiolo delle scimmie, rispetto al Covid, ha dimensioni ben minori, così come lo sono gli effetti della malattia», afferma con sicurezza la categoria medica, tra cui il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 5, il dottor Claudio Angelini.

 

Tuttavia l’Italia e le Marche, quindi anche la provincia di Ascoli, si stanno attivando per la profilassi, cioè il vaccino, volto a proteggere le categorie a rischio che, attenzione, non sono le stesse del Coronavirus. In un’apposita circolare dello scorso 5 agosto, il Ministero della Salute ha indicato la strategia vaccinale, definendo le categorie a rischio, che può essere alto, medio o basso.

 

“Al momentorecita la circolarela modalità di contagio e la velocità di diffusione, così come l’efficacia delle misure non farmacologiche fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa. Tenuto conto dell’attuale scenario epidemico e della limitata disponibilità di dosi, le prime categorie alto rischio a cui verrà offerta inizialmente la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione, sono individuate tra:
– personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus.
– persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), (che rientrano in determinati criteri di rischio elencati nel documento ministeriale, ndr)”  

 

«Già da domani – spiega la Regione – i centri vaccinali, dislocati territorialmente per la somministrazione delle dosi potranno programmare le sedute e contattare gli utenti, personale di laboratorio, con possibile esposizione diretta al virus, e persone delle categorie di rischio indicate nella circolare del Ministero della Salute».

L’hub per le Marche sarà, come per il vaccino anti Covid, l’Inrca di Ancona.

 

«Ora – spiega il dottor Angelini – per quanto riguarda le persone ad alto rischio, primi destinatari del vaccino, insieme con il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta al virus, sarà cura degli infettivologi individuarli e fare la valutazione del rischio stesso. Nella maggior parte dei casi si tratta, infatti, di persone già seguite come, ad esempio, dai centri Hiv e centri Hiv.

Successivamente si provvederà ad invitare queste persone alla vaccinazione, organizzate le sedute e richiedere direttamente ad Ancona il vaccino necessario, che deve arrivare congelato».

Due le modalità di somministrazione del vaccino Jynneos, rivolto solo  maggiorenni: «Sottocutanea – è ancora il direttore del Dipartimento di Prevenzione di Area Vasta 5 a parlare – per cui c’è bisogno dell’intera fiala. Oppure intradermica. In questo caso con una fiala si possono fare 5 dosi.

Dopo 28 giorni si fa il richiamo. Una sola dose per coloro che, nati prima del 1976, sono stati già sottoposti al vaccino contro il vaiolo». 

 

Intanto la Regione ha fatto richiesta di ricevere dosi del farmaco Tecovirimat Siga, «l’unico antivirale – spiega la Regione – che ha specifica indicazione per la cura del vaiolo delle scimmie: sarà destinato solo ai soggetti fragili o immunodepressi che rischiano complicanze nel caso di infezione».

Ad oggi sono sei i casi accertati nella nostra regione, uno solo nel Piceno, dove ci sono stati dei sospetti che, però, si sono rivelati tutt’altro.

 


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