di Maria Nerina Galiè
Chiesta, sollecitata, finalmente realizzata ma poi abbandonata? Sembra essere questa la sorte della piazzola di atterraggio dell’eliambulanza di via Sgattoni, a San Benedetto, abilitata anche per il volo notturno.
Un’opera per diverso tempo ritenuta indispensabile dagli addetti ai lavori (leggi qui) e ottenuta dall’Amministrazione comunale, in ragione dell’accordo stipulato tra il Comune di San Benedetto e l’Asur, per la concessione gratuita dei circa 3.000 metri quadri del terreno di via Sgattoni.
Ma ora non mancano i problemi, legati soprattutto alla scarsa manutenzione dell’area, che spetta all’Amministrazione proprietaria.
Ed accade così che l’erba, lasciata cresce a dismisura, intralcia non poco l’atterraggio dell’eliambulanza, con il rischio – per di più – che finisca tra le pale, facendo danni irreparabili.
E che vogliamo dire della corsa delle barelle con sopra i pazienti critici, dall’ambulanza all’eliambulanza, in mezzo alla fitta vegetazione?
A lanciare l’allarme sono gli operatori dell’emergenza, tutti i giorni alle prese con il problema, e che hanno raccolto anche le lamentele dei piloti dell’eliambulanza.
Riferiscono che, da quando la pista è stata attivata, il taglio dell’erba è stato fatto una, massimo due volte. Ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.
C’è poi la rete di recinzione, che deve proteggere l’area da eventuali intrusioni: è rotta in più punti, poiché evidentemente non è abbastanza robusta per sopportare le sollecitazioni dello spostamento d’aria, provocato dall’elicottero, ed al quale non resistono nemmeno i cartelli di delimitazione della zona, che svolazzano ad ogni atterraggio o decollo. Ogni tanto qualcuno li rimette al loro posto.
L’area scelta per la pista non delle migliori anche per via della vicinanza ad una scuola, l’Istituto superiore “Capriotti”: capita che l’atterraggio dell’eliambulanza coincida con l’entrata o l’uscita di scuola, con tanti ragazzi a piedi o in bicicletta, che passano lungo la strada a ridosso della piazzola.
«Lo spostamento d’aria – sono sempre gli operatori dell’emergenza a parlare – è notevole, quindi potenzialmente pericoloso.
Inoltre su quella strada, che è l’unico punto di accesso alla pista, le ambulanze che trasportano il paziente all’eliambulanza devono andare veloci.
Non sarebbe male far affiancare le operazioni di soccorso da una pattuglia di Vigili urbani, quando possibile.
Ma sebbene non sia stata scelta la posizione ideale, a San Benedetto la struttura è necessaria. Almeno – concludono gli operatori – che sia ben tenuta e protetta, per la sicurezza di tutti».
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