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“San Park” (e stadio), due storiche occasioni che impongono al Comune un pensiero metropolitano e non da paesotto

SAN BENEDETTO - L'Amministrazione comunale ostaggio di consiglieri malpancisti che però non si espongono mai pubblicamente. Occorre portare i progetti di Rapullino e Massi nelle istituzioni, per valutare tutti i pro e i contro in maniera trasparente e democratica per il bene della città
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Luigi Rapullino

 

di Pier Paolo Flammini

 

Sarà che ormai da alcuni decenni si sente parlare di necessità di “Cittadella dello Sport” in Area Brancadoro, sarà che nel frattempo alcuni progetti abbozzati sono abortiti appena dopo la presentazione, sarà che in altre situazioni si fantasticavano project financing con palazzine residenziali: per questi e per altri motivi, l’occasione di realizzare finalmente quanto da tempo auspicato dovrebbe trovare pronta non tanto la città, quanto coloro che, incaricati dal voto popolare, sono stati demandati a rappresentarla.

 

Luigi Rapullino e alcuni numero del San Park

Dopo la presentazione del progetto “San Park” avvenuta all’Hotel Smeraldo (clicca qui e qui), la palla, anzi la parola, passa dunque nelle mani della politica sambenedettese. Del sindaco Antonio Spazzafumo, in primis, della sua giunta, a partire dall’assessore all’Urbanistica Bruno Gabrielli, al vice sindaco Antonio Capriotti e all’assessore allo Sport Cinzia Campanelli, e a tutto il Consiglio comunale, maggioranza certo ma anche opposizione.

 

La forma è anche sostanza, e se ieri Sideralba Green ha esposto il proprio punto di vista, manca, dall’altra parte, la voce importante dell’Amministrazione comunale. Il fatto che nessun rappresentante politico fosse presente, può destare un po’ di rammarico in Rapullino, ma la cosa era scontata: semmai, quel che fa pensare, è che in un anno e soprattutto negli ultimi 50 giorni, tanto è passato dalla lettera inviata da Sideralba Green al Comune di San Benedetto, non vi sia stato alcun incontro pubblico.

 

Il progetto del San Park pensato da Sideralba Green per l’Area Brancadoro, un ingresso

Alcuni dati tecnici: rispetto al rendering già da noi anticipato, le parti che non sembrano trattabili sono quelle relative ai campi di padel e pickelball (una quindicina in tutto) poiché sarebbero le uniche strutture sportive al coperto e le uniche dove sarebbero sistemati i pannelli fotovoltaici per una produzione annua di 1 Megawatt di energia che renderebbe auto-sostenibile la struttura, o quasi.

 

L’ingresso sarebbe per tutti libero, anche la sera (da notare che i parchi pubblici a San Benedetto vengono chiusi la sera). Ci sarebbe un parco gioco a ingresso gratuito. Inoltre 1.500 posti auto, senza alcun tipo di copertura o fotovoltaico, «perché non vogliamo pesare sulla città quando si organizzeranno eventi», ha dichiarato Rapullino. Il quale è un imprenditore e non un benefattore: questi posti auto potrebbero servire a generare reddito in occasione di incontri calcistici o sportivi in cui alcuni tifosi preferirebbero parcheggiare vicino allo stadio anziché a centinaia di metri di distanza, o nel periodo estivo, garantendo un parcheggio custodito e magari un bus navetta.

 

Luigi Rapullino e il progetto San Park

Ci sarebbe poi un’Arena per eventi sportivi e culturali (sembra che già a settembre si sia pronti per un evento di fortissimo richiamo, c’è già un accordo per far gestire gli eventi alla società Nameless), un doppio campo da golf per buche e lanci, un campo di calcio, e si pensa anche a campi da tennis su sintetico, in accordo col Maggioni, per variare le tipologie di superficie rispetto alla terra rossa.

 

Secondo Rapullino il fatturato generato per l’indotto sarebbe stimato in 5 milioni di euro, mentre il fatturato del “San Park” è stimato in 15 milioni di euro annui.

 

Ma, come detto, su gran parte di questi aspetti la società si è detta disponibile a “trattare: e qui manca, però, la controparte.

 

Luigi Rapullino ed Emidio Morgani, alle spalle l’avvocato Alessandro Pallottino

E’ urgente che l’Amministrazione comunale convochi “Sideralba Green” nelle figure di Luigi Rapullino e del project manager Emidio Morganti, che si tenga quanto meno una Commissione Urbanistica allargata allo Sport e alla Consulta comunale dello Sport. Ed eventualmente anche un Consiglio comunale aperto.

 

Certo, la discussione passerà anche per la richiesta dello stralcio del comma 9 dell’articolo 49 delle “Note tecniche di attuazione del Piano Regolatore comunale”, che purtroppo qualche consigliere comunale di maggioranza confonde con una “variante al Piano Regolatore“. Ma ad ogni modo sarà lì, nella sede deputata, che i contrari e i malpancisti potranno esporre le loro ragioni, democraticamente: e magari convincere i più, chi lo sa.

 

Il progetto del San Park pensato da Sideralba Green per l’Area Brancadoro, campo da calcetto

Non potranno, però, continuare a fare i “mumoni” (i sambenedettesi sanno cosa significa: brontoloni in silenzio, di nascosto), cioè a bloccare l’attività amministrativa in questo e altri aspetti senza uscire allo scoperto. Spazzafumo sa di essere un sindaco debole perché ha un solo voto di vantaggio, ma sa anche che l’accoppiata Area Brancadoro/stadio – perché sul progetto Massi la situazione è davvero identica – sarebbe epocale (comunque li si giudichino, magari male da parte di qualcuno, e andrebbero aggiunti al Ballarin, all’eventuale ospedale di Ragnola, a Via Romagna, Piazza San Pio X e la chiusura dei lavori sul lungomare: anche se con un po’ di fortuna e tanti inciampi, certo).

 

Il progetto del “San Park” pensato da “Sideralba Green” per l’Area Brancadoro: parco urbano e fotovoltaico

Il problema per la politica sambenedettese è che in caso di rottura con Rapullino, lo si andrebbe a saldare con i proprietari contermini (ad esempio il costruttore Leonardo D’Isidori, o anche la famiglia Piergallini: non è un caso che la presentazione sia avvenuta in un hotel di loro proprietà…) e a quel punto c’è il rischio che potrebbero scavallare l’articolo 49 comma 9 poiché raggiungerebbero una quota di proprietà dell’area superiore alle percentuali previste per un “Piano Particolareggiato”.

 

Insomma: fuori le carte da parte di tutti, si valutino tutti i pro e i contro, e si cerchi il bene della città in maniera trasparente. Lo chiede un cronista che alle ultime elezioni amministrative, durante i confronti tra i candidati sindaci, fece due domande proprio sull’Area Brancadoro e lo stadio “Riviera delle Palme”, e sarebbe triste vedersi sfuggire una doppia occasione per qualche mumone. Che sia chiamato al voto, dunque.

 

 


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