di Luca Capponi
Dal Superbowl agli eventi targati Apple, dall’Nba All Star Game fino alle…Olimpiadi. La musica di Dardust, letteralmente, non conosce più frontiere. E, tassello dopo tassello, ci prepara all’uscita di un disco che si preannuncia deflagrante. Già nelle modalità che lo precedono. Ma andiamo con ordine.
Dardust
Venerdì 25 febbraio, infatti, esce “#002 Olympics”, l’ep che alza il sipario sul prossimo album grazie a due nuovi brani: “Forget to be” e “Inno (Prologo)”, che hanno fatto parte del segmento del Flag Handover all’interno della Cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Pechino 2022, trasmesso ieri in mondovisione.
L’Italia, nazione che ospiterà le prossime Olimpiadi Invernali (Milano Cortina 2026), nel corso della cerimonia si è presentata con un iconico show di otto minuti ideato da Balich Wonder Studio, di cui Dardust ha composto la colonna sonora.
«Il concept della dualità che le due città come Milano e Cortina portano con sé era perfetto per la ricerca sonora percorsa nel nuovo album -spiega il musicista ascolano-. Da una parte la città che si spinge verso il futuro con nuove geometrie, traiettorie e prospettive, perfettamente rappresentata dall’elettronica, e dall’altra parte l’organicità della natura nella sua bellezza fluida che viene dal passato, rappresentata dalla morbidezza del pianoforte. Ho cercato di esprimere l’incontro di queste due anime, il contrasto, la lotta e infine la conquista di un nuovo equilibrio. Alla ricerca di un suono che sintetizza tutto, dal rumore bianco del ghiaccio a quello colorato della competizione. Con un grande obiettivo: rispettare la terra e restituirla cambiata, magari in meglio, probabilmente diversa, alle persone che la abitano».
Neanche il tempo di mandare in archivio l’ultimo Festival di Sanremo, dove Dario Faini ha firmato tre dei brani in gara tra i big (quelli di Emma, Noemi e Matteo Romano), che la sua creatura sonora Dardust si rimette in moto con il consueto alone di magia. “#002 Olympics” rappresenta la seconda tappa del suo nuovo viaggio e segue la pubblicazione dell’ep “#001 Coordinate”, che contiene “Parallel 43” e “Dono per un addio”, dedicata al papà Adelmo scomparso lo scorso anno.
«In un fluido le particelle non hanno posizioni reciproche fisse e si muovono più o meno liberamente le une rispetto alle altre -prosegue Dardust–. “Forget To Be” nasce da questa idea: le note dell’oscillatore si muovono come in un continuo mutamento di stati quantici, posizioni e direzioni. Non esistono più note solo bianche o solo nere: perché nasca la musica, i tasti si devono sporcare al contatto di infinite mani. “Inno (Prologo)”, invece, fa parte della mia dimensione acustica ed è nata da qualcosa di fluido, come la bellezza, la doppiezza di prosa e poesia, la solitudine dell’esistenza e la ricerca dell’identità in cui il pianoforte è l’unico compagno di viaggio che non giudica ma ascolta e si fa ascoltare. La musica non ha sesso. Queste canzoni sono un viaggio senza meta. Quando mi chiedono che genere di musica io faccia, rispondo sempre che non lo so ancora. Perché il genere è anche una conquista».
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