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Tribuna est dello stadio Del Duca:
lavori al quarto anno e costi lievitati,
la protesta delle opposizioni

ASCOLI - In Italia altri stadi sono stati ristrutturati in pochi mesi. Gli esempi dello "Zini" di Cremona, del "Sardegna Arena" di Cagliari, del "Dacia Arena" di Udine, del "Mazza" di Ferrara. Ameli (Pd): «E' stato fatto un errore di progettazione, sul quale nessuno dell’Amministrazione comunale, sindaco in testa, è intervenuto per darci una spiegazione. Questo continuo lievitare dei costi è una presa in giro per i cittadini, ma le bugie hanno le gambe corte». Tamburri (M5S): «E' un progetto fuori portata e non valutato bene da un’Amministrazione annebbiata da una sorta di euforia da opera». Unica certezza, finora, il nome dato al settore: tribuna est Carlo Mazzone
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Il cantiere infinito della nuova tribuna est dello stadio “Del Duca” (Foto Vagnoni)

di Adriano Cespi

Cremona, stadio “Giovanni Zini”: intervento di ristrutturazione e copertura della curva sud e dei distinti. Costo complessivo dell’intervento tra i 3 e i 4 milioni di euro. Inizio lavori curva giugno 2017, inaugurazione agosto 2017. Inizio lavori distinti novembre 2017, inaugurazione gennaio 2018.

Cagliari, stadio “Sardegna Arena”: costruzione nuovo impianto (struttura con tribune prefabbricate, le stesse del precedente stadio, poi dismesso). Costo complessivo dell’intervento tra gli 11 ed i 12 milioni di euro. Inizio lavori maggio 2016, inaugurazione settembre 2016.

Udine, stadio “Dacia Arena”: costruzione nuovo impianto. Costo complessivo dell’intervento 35 milioni di euro. Inizio lavori giugno 2014, inaugurazione gennaio 2016.

Ferrara, stadio “Paolo Mazza”: ristrutturazione impianto con totale copertura dei settori. Costo complessivo dell’intervento 8 milioni di euro. Inizio lavori luglio 2018, inaugurazione settembre 2018.

Tribuna est stadio “Cino e Lillo Del Duca”: demolizione vecchia struttura e costruzione della nuova. Costo complessivo 4 milioni (mancano, però, all’appello 1.7 milioni di riserve trascritte nel registro dei lavori dall’impresa Ati). Inizio lavori: demolizione 3 dicembre 2015, prima pietra 9 giugno 2016. Inaugurazione a data da destinarsi.

Abbiamo comparato gli interventi effettuati in stadi di altre città italiane con quelli del “Del Duca” per confrontare durata e costi delle opere realizzate. E dall’analisi di dati emerge che quella vissuta dal nuovo settore dell’impianto sportivo ascolano sembra essere una vera e propria odissea. Non ancora destinata, purtroppo, ad arrivare a conclusione. Eppure, già in fase di demolizione (era il dicembre del 2015), il sindaco Guido Castelli, a un giornale locale dichiarava: “ci riproponiamo di indire la gara d’appalto subito dopo le festività natalizie perché è nostra intenzione terminare i lavori entro il prossimo mese di luglio per dare la possibilità all’Ascoli Picchio di avere il settore a disposizione per la prossima campagna abbonamenti”. Intanto, però, alla banca dati delle Amministrazioni pubbliche, come riportato da un giornalista ascolano sul suo blog e come verificato anche da noi, veniva comunicato, evidentemente dall’Amministrazione comunale, date di inizio e fine lavori diverse da quelle annunciate pubblicamente dal primo cittadino. Il sito della Bdap, sui lavori al “Del Duca”, infatti, indica come data d’inizio lavori l’1 gennaio 2015 e come quella di fine lavori il 31 dicembre 2020: con tempi di realizzazione previsti in 6 anni. Altro che i sei mesi indicati nel bando di gara relativo all’affidamento dei lavori di costruzione.

Un vero e proprio balletto di numeri, dunque, che non si ferma però alla sola durata dell’intervento, ma, col trascorrere degli anni, si trasferisce anche al costo dell’opera. Che, dall’iniziale cifra di 2,5 milioni di euro, inserita nel bando di gara per l’aggiudicazione dei lavori, lievita, con l’aggiunta della spesa per la demolizione (300.000 euro), di quella per le opere di completamento del terzo stralcio (750.000 euro), e di quella per renderla agibile, come previsto da un parere del Coni (500.000 euro), a 4 milioni e 50.000 euro. Senza considerare quella voce “riserve di cantiere” inserita, nel registro dei lavori, dall’impresa aggiudicataria “Ati”. Voce che indica potenziali ulteriori spese per 1,7 milioni di euro. Se fosse così il costo della tribuna est sfiorerebbe la cifra record di 6 milioni di euro (precisamente 5,7 milioni).

Francesco Ameli (Pd)

Commenta il capogruppo del Pd, Francesco Ameli: «Sulla tribuna est è stato fatto un errore di progettazione, sul quale nessuno dell’Amministrazione comunale, sindaco in testa, è intervenuto per darci una spiegazione. E questo continuo lievitare dei costi è una presa in giro per i cittadini, ma le bugie hanno le gambe corte. La cosa, comunque, più grave è che non ci sia stata una strategia urbanistica di larghe vedute sul progetto stadio. Ad esempio, in fase di redazione del nuovo Piano regolatore lo si sarebbe potuto inserire nell’area ex Carbon, come primo tassello di uno sviluppo sportivo, ma anche commerciale della zona. Questo, ovviamente in accordo con la società Ascoli Picchio o Ascoli Calcio, avrebbe cambiato molte cose. E, come se non bastasse – aggiunge l’esponente del Partito Democratico – il sindaco tira fuori la storia della nuova curva sud costruita coi soldi del terremoto. Certo, ma non si sa tra quanti anni, visto che la progettazione deve essere prima inserita nel piano delle opere pubbliche come prioritaria e quindi regolata dal solito lungo iter burocratico. Immaginate che la Regione ha assegnato al Comune di Ascoli decine di milioni di euro per mettere in sicurezza le scuole, o addirittura per realizzarne delle nuove, ed ancora è tutto fermo. Pensate voi – conclude Ameli – quanto tempo dovrà passare con la nuova curva sud. Ribadisco, le bugie hanno le gambe corte e infatti i risultati si vedono e la vicenda Tribuna est ne è la chiara dimostrazione. Come la famosa convenzione con la società Ascoli Picchio o Ascoli Calcio: faccio il consigliere da cinque anni e un giorno sì e quell’altro pure ne sento parlare, senza però vederla ancora siglata».

Massimo Tamburri (M5S)

E Massimo Tamburri, portavoce M5S, sottolinea: «Ci sono molte cose dubbie intorno alla costruzione della tribuna est. In primis un progetto fuori portata e non valutato bene da un’Amministrazione comunale annebbiata da una sorta di euforia da opera. Ma questo lo diciamo da anni. Come da anni sosteniamo che si sarebbe dovuti arrivare ad un accordo con la società bianconera, l’Ascoli Picchio di Bellini, all’epoca, per valutare l’opportunità della cessione dell’impianto. Non è stato fatto – dice l’esponente dei pentastellati – e ci ritroviamo dopo anni con una struttura ancora incompiuta. Badate bene, noi siamo contro la privatizzazione del patrimonio pubblico, Castelli su questo, nella campagna elettorale per le politiche del 4 marzo, ci ha dato addirittura dei comunisti. Ma lo stadio è un’altra cosa. Intanto, è in uso esclusivo alla squadra bianconera che è riconosciuta come vero e proprio patrimonio cittadino. E poi è in uno stato di decadimento costante. Cosa migliore allora se non la cessione all’Ascoli? Anche ora con la nuova società. Altra cosa poi non valutata dall’Amministrazione è stata il sito. Si sarebbero potute individuare altre zone dove andare a costruire un impianto nuovo e più funzionale come ad esempio Campolungo o la zona industriale. La cosa non è stata fatta, anche per un’assenza di programmazione dell’amministrazione, ed i risultati ora sono sotto gli occhi di tutti. Tanto a pagare – chiosa Tamburri – ci pensa sempre il cittadino. Quel famoso mutuo acceso col Credito Sportivo, infatti, lo paghiamo noi ascolani, con i soldi delle nostre tasse».

Il sindaco Castelli e l’ex patron bianconero Francesco Bellini il giorno del via ai lavori di demolizione della vecchia tribuna est

Comunque stando alle ultime dichiarazioni rilasciate dal patron dell’Ascoli Calcio, Massimo Pulcinelli, e rilanciate proprio oggi dal presidente Giuliano Tosti, la tribuna est dovrebbe essere pronta a febbraio oppure a marzo. La speranza, almeno stavolta, è che i tempi indicati siano quelli reali. Unica certezza, questa volta reale, è il nome dato alla tribuna est attraverso una sorta di sondaggio pubblico: l’ex allenatore bianconero Carlo Mazzone.

 

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