I comitati: «Siamo stufi
di essere presi in giro,
con la salute non si scherza»

SANITA' - Partecipato incontro sul tema ad Amandola, dove si è parlato di Ospedale dei Sibillini ma anche della struttura del "Vittorio Emanuele II" danneggiata da sisma. Ribadito il no agli ospedali unici provinciali e all'avanzata del privato. L'assenza del sindaco Marinangeli
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Un momento dell’incontro tenutosi ad Amandola

«Non lasceremo che si scherzi con la salute. E’ un diritto sancito dalla nostra Costituzione». Lo hanno ribadito gli esponenti dei comitati cittadini di Amandola per la tutela della salute nei Sibillini e quello in difesa dell’ospedale “Vittorio Emanuele II”, da tempo impegnati nella battaglia per il ripristino della storica struttura danneggiata dal sisma, riunitisi nell’ex Pretura della cittadina montana. L’incontro, organizzato domenica dalla minoranza consiliare “Amandola per sempre” e dal titolo “Sanità, cosa bolle in pentola?”, ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali Giuseppe Giorgini (Ms5) e Marzia Malaigia (Lega), il segretario della Lega della provincia di Fermo Mauro Lucentini, Beatrice Marinelli, del comitato regionale “Pro ospedali pubblici” e della presidente del comitato amandolese Luisa Di Venazi. Relatori Nicola Kardos, Riccardo Treggiari ed Attilio Bellesi. Dei sindaci dei comuni limitrofi invitati c’era soltanto Alvaro Cesaroni, sindaco di Comunanza.

Nicola Kardos, Luisa Di Venanzi e Riccardo Treggiari

E’ stata mal digerita invece l’assenza del primo cittadino di Amandola, Adolfo Marinangeli. «La sua presenza come capo della sanità amandolese -hanno scritto i promotori dell’iniziativa- era auspicata per rispondere a diverse domande, emerse da uno studio approfondito e documentato, riguardante l’emorragia dei servizi sanitari attualmente erogati e la diminuzione del personale. Sarebbe stato utile -hanno aggiunto- avere inoltre chiarezza sui costi per la realizzazione  del nuovo Ospedale dei Sibillini. Poiché, stante la reale situazione geologica, le opere di urbanizzazione ed i costi di una struttura ospedaliera completa di tutte le preziose attrezzature scomparse, riteniamo matematicamente impossibile che siano sufficienti i 18 milioni di euro preventivati».
Durante l’incontro è stato anche discusso del piano socio sanitario regionale 2019-2021, rimarcando il “no” agli ospedali unici provinciali e «all’avanzata di una sanità privata a discapito della sanità pubblica, fiore all’occhiello della nostra nazione dagli albori del secolo scorso». «Siamo stufi -hanno detto infine gli organizzatori- di essere presi in giro da spot pubblicitari fatti a raffica per imbambolare le menti, quando la realtà è ben altra e sotto gli occhi di tutti».

M.N.G.


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