di Maria Nerina Galiè
Oltre alle vacanze, il momento dell’anno scolastico più atteso dai ragazzi è quello della gita, che di solito si fa a primavera, magari approfittando dei giorni di scuola a cavallo tra una festa e l’altra, o a ridosso, per avere anche il tempo di “riposare”. Gli insegnanti assecondano il loro entusiasmo impegnandosi ad organizzare formativi “viaggi di istruzione”, lasciando ampio spazio pure ai momenti di divertimento collettivo. I genitori foraggiano le iniziative e tollerano amorevolmente la conta delle ore che precedono. Un pizzico di apprensione però c’è. E riguarda, tra le altre cose, il tragitto in pullman verso la località prescelta.
Nadia Carletti (Foto Andrea Vagnoni)
E’ utile a tal proposito ricordare che da tre anni esiste una convenzione tra Miur e Ministero dell’Interno che prevede il controllo, da parte della Polizia di Stato, sui mezzi di trasporto dedicati alle visite di istruzione e su chi li guida sia prima che durante il viaggio. Ma devono essere le scuole a richiederlo, inoltrando un’apposita domanda, contenente precise indicazioni su percorso, giorno, ora e luogo della partenza. Nell’anno scolastico in corso sono stati 15 gli Istituti scolastici che hanno deciso di avvalersi del prezioso servizio. La Polizia Stradale, preposta all’operazione, «può anche agire per iniziativa interna, nell’ambito delle operazioni ad alto impatto che, in questo caso, sono rivolte al trasporto collettivo di persone» ha precisato Nadia Carletti, dirigente della Polizia Stradale di Ascoli. Dall’1 settembre 2018 al 17 aprile 2019 la sezione picena ha controllato 134 autobus, di cui 60 nell’ambito di operazioni interne e 74 a seguito di segnalazione delle scuole. Tra i 60, ne sono stati individuati 13 irregolari. Ben 22 tra quelli per i viaggi d’istruzione. Le ispezioni possono far sbuffare i viaggiatori impazienti.
«Ma più volte – ha detto la Carletti – si sono concluse con un caloroso appaluso ed i ringraziamenti da parte dei professori e dei genitori, ricordandoci le motivazioni per cui andiamo avanti nel nostro lavoro». Le operazioni possono ritardare la tabella di marcia o addirittura boicottare la gita. E’ accaduto la scorsa settimana ad un Istituto di San Benedetto. «Il mezzo era privo dei martelletti frangivetro, non potevamo autorizzarlo a mettersi in strada e la ditta non ne aveva un altro in sostituzione. Quindi il viaggio è stato rimandato», ha raccontato la dirigente. «Oltre ai martelletti – ha continuato – proviamo una ad una le cinture di sicurezza che, lo voglio ribadire, è obbligatorio indossare. Poi gli pneumatici, le uscite e tutti i sistemi di sicurezza e l’efficienza del mezzo sotto tutti gli aspetti».
Particolare riguardo è rivolto al conducente, figura chiave nella filiera della sicurezza su strada. «La nostra attività – è sempre la Carletti a parlare – consiste nella sua valutazione psico-fisica prima della partenza. Lo sottoponiamo all’esame del precursore etilometrico, ci accertiamo del rispetto dei tempi di guida e di riposo. Ben poco invece possiamo fare, seduta stante, per la verifica dei requisiti morali, la cui importanza è testimoniata da recenti fatti di cronaca». Il riferimento era relativo a quanto accaduto a Milano, dove un pullman con dentro studenti era condotto da un uomo con precedenti penali che ha preso in ostaggio mezzo e passeggeri seminando il terrore per rivendicazioni personali. Da qui l’appello del capo della Polstrada della provincia di Ascoli ai dirigenti scolastici, a cui compete la scelta della compagnia di autobus, attraverso appositi bandi. «Tra i criteri di selezione, pretendete anche il riscontro dei requisiti morali del conducente».
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