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Rischio nuovo lockdown,
il sindaco Fioravanti lancia ultimatum
Mascherine d’obbligo all’aperto?

ASCOLI - Parole severe del primo cittadino: «Il comportamento tenuto nell'ultimo weekend è stato da cartellino giallo. Prova verità nel prossimo. O si rispettano le regole o si adottano misure più severe». E' tornato a casa il dirigente dell'Arengo, battaglia vinta
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di Franco De Marco

Attenzione. Se sarà riscontrato il mancato rispetto delle prescrizioni di sicurezza, distanziamento fisico e mascherina quando previsto, in piazza o al chiuso, si tornerà di nuovo a misure restrittive della mobilità. Questa sera il sindaco di Marco Fioravanti, nella sua diretta social, ha lanciato un vero e proprio ultimatum ai suoi cittadini.

Il sindaco Fioravanti (foto Giorgi)

«Il prossimo weekend – ha tuonato – sarà l’occasione per verificare il livello del rispetto delle misure di sicurezza. Voglio vedere se questa città ha il senso civico che ha dimostrato in passato oppure no. Voglio vedere se è una città smart o no. Stiamo anche valutando, eventualmente, se rendere obbligatoria la mascherina anche all’aperto. Capisco che può essere soffocante ma non possiamo rischiare di tornare al lockdown».

Parole molto chiare e molto opportune dopo quanto si è visto nel passato fine settimana con assembramenti nei luoghi di ritro soprattutto in piazza del Popolo e piazza Arringo. «Ho visto in giro tante persone attaccate. Troppo vicine l’una con l’altra. Ho ricevuto tantissime segnalazioni. – ha affermato in sindaco – In questa maniera si rischia non solo di creare un nuovo problema sanitario, con pericoli molto seri per la salute, ma anche di far morire quelle attività economiche che stiamo aiutando a ripartire».

Assembramenti da evitare

Il  primo cittadino ha usato un termine calcistico. «Diciamo che, – ha affermato – rispetto a quanto accaduto negli ultimi giorni, c’è stato un comportamento da cartellino giallo di ammonimento. Non si può derogare dal distanziamento personale. E quando c’è affollamento è indispensabile la mascherina. Da domani saremo ancora più rigidi nei controlli».

Un sindaco molto deciso e severo. Giustamente. «Anche se da una settimana, – ha osservato – non sono stati più registrati casi di contagio nella nostra città e nella nostra provincia, non si può abbassare la guardia. Solo tra qualche settimana vedremo se il comportamento di oggi ha provocato nuovi contagi. Nelle Marche, in base agli ultimi dati, il 75% dei nuovi positivi è risultato under 35: un dato che ci deve far rflettere. Capisco la voglia di incontrare gli amici e tornare a normali relazioni sociali ma bisogna farlo solamente nel rispetto delle regole».

Per quanto riguarda i contagiati la notizia più bella però è certamente il ritorno a casa, dopo il periodo nella terapia intensiva nell’ospedale di San Benedetto e la riabilitazione, del dirigente dell’Arengo che è stato tra i primissimi colpiti gravemente dal coronavirus. Molto probabilmente venne contagiatodurante una settimana bianca al Nord. Finalmente ha potuto riabbracciare i suoi cari. Una battaglia vinta in primis da lui ma dalla sanità del Piceno.

Anche ad Ascoli e nel Piceno è stata messa in moto la macchina per i test sierologici in un campione di persone: 214 nella città di Ascoli e 474 in tutto il Piceno. Si tratta di una indagine epidemiologica a livello nazionale su un campione di 150.000 persone. Lo scopi è capire quanti hanno sviluppato gli anticorpi al coronavirus. I prelievi ematici vengono effettuati dalla Croce Rossa. Si tratta di un test volontario. Le persone scelte verranno contattate direttamente dalla stessa Croce Rossa di Ascoli, guidata dal presidente Cristiana Biancucci, la quale ha avuto anche oggi gli elogi da parte del sindaco.


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