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Caos al “Mazzoni”,
si apre un timido dialogo
tra Nursind e Area Vasta 5

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il sindacato degli infermieri, attraverso l'avvocato Paolucci, aveva inviato una diffida corredata da un dossier denuncia. I vertici della Sanità picena rispondono parlando di catastrofe. «Gestiti in un mese 181 pazienti Covid» Il legale: «La fase 2 della pandemia era stata prevista». «Ma fa piacere che, anche se tardi, vi siete attivati»
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La nuova osservazione tecnica del Pronto Soccorso di Ascoli

Si apre il dialogo tra il Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche di Ascoli, e l’Area Vasta 5. Alla diffida inviata dall’avvocato Patrizia Paolucci su incarico del sindacato (leggi qui), l’Area Vasta 5 risponde ribadendo i problemi avuti durante la seconda fase della pandemia, in particolare nel grande afflusso di pazienti Covid o sospetti al Pronto Soccorso dell’ospedale “Mazzoni”.

«Il livello di pressione assistenziale logistica e organizzativa subita nell’ultimo mese dall’Unità operativa complessa di Medicina e Chirurgia Accettazione e d’Urgenza di Ascoli, a causa dell’impennata della curva dei contagi da Covid 19 è stato tale, per tempistica e mole dell’ondata, da configurare una situazione realmente assimilabile ad una catastrofe».

Questi stralci della nota di Area Vasta 5 che aggiunge: «Si comprendono perplessità e timori dei suoi (rivolto all’avvocato, ndr) assistiti dinanzi ai repentini mutamenti logistico di carattere provvisorio e urgente, nè manca l’apprezzamento per le doti umane e professionali che questa direzione riconosce a ciascuno di loro». 

La direzione della Sanità picena, nel ricordare che il reparto emergenze dell’ospedale di Ascoli ha  gestito 181 pazienti Covid dal 9 novembre all’8 dicembre, illustra inoltre le opere di adeguamento, dalla nuova Obi Murg al terzo piano e osservazione tecnica nel percorso pulito, ai lavori nella vecchia Murg (leggi qui).

Parimenti non appare appropriato il paventato ricorso all’autorità giudiziaria, mentre si confida in un maggior confronto aperto, leale e razionale».

La risposta non soddisfa pienamente i rappresentanti del Nursind che, sempre attraverso l’avvocato, scrivono: «Fuori luogo parlare di “catastrofe”  che è il ramo della medicina che si occupa dei problemi sanitari che emergono dopo un evento disastroso e improvviso come un terremoto o una guerra non assimilabile ad una “pandemia” ossia la diffusione di una malattia epidemica in vaste aree geografiche su scala globale: sicuramente la fase 2 del Covid 19 non è stata improvvisa né tantomeno inaspettata.

Fa piacere notare comunque che, grazie alla denuncia della situazione esistente da parte della scrivente, vi siate finalmente attivati, sebbene con grave ritardo, nel cercare di attuare ciò che poteva e doveva essere fatto già il maggio scorso.
Nello specifico, metto in luce il fatto che i miei assistiti, lungi dal tenere un “comportamento difensivo e ansioso”, hanno cercato, con la mia precedente, di portare alla vostra attenzione l’evidente negligenza organizzativa tanto grave da ledere il loro diritto alla salute e quella dei propri pazienti, oltre che tutti gli altri diritti universalmente riconosciuti e violati dal Vostro comportamento».

«Pertanto, nella speranza di avere effettivamente dato il via ad un maggior confronto aperto leale e razionale, si avvisa che il Nursind al fine di tutelare non solo gli interessi dei propri iscritti ma anche di tutto il personale sanitario e non, e soprattutto gli utenti, continuerà a monitorare il vostro operato sottoponendolo quando necessario, al vaglio delle autorità competenti».



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